BARCELLONA - La normativa sull’Euro 7 ‘per come era stata concepita all’inizio non aveva senso. Ora inizia a essere più ragionevolè anche se è il simbolo di una ‘mancanza di coordinamento a livello europeò. Così l’amministratore delegato di Iveco Group, Gerrit Marx, a margine della presentazione della nuova gamma del marchio Iveco. ‘Fino al dieselgate, il settore automotive godeva di rispetto e considerazione a Bruxelles, poi l’atteggiamento è cambiato e c’è chi pensa più a ricevere gli applausi per ogni schiaffo dato al comparto e non si pensa alla coerenza delle azioni propostè, ha detto Marx, aggiungendo che l’Europa troppo spesso ‘danneggià la sua stessa industria. ‘Spero e credo che la prossima commissione e il prossimo parlamento saranno più attenti all’industrià, ha aggiunto, ricordando che nel 2026 ci sarà la revisione a livello europeo delle regole per l’ auto e ‘l’idrogeno potrà avere una chance con la giusta commissione e il nuovo parlamentò.
Per i veicoli commerciali, in particolare quelli pesanti, ha continuato, ‘idrogeno ed elettrico coesisterannò ma è essenziale ‘puntare anche sulla terza gamba che noi spingiamo: i combustibili rinnovabili che vanno considerati Co2 neutral’. Marx ha spiegato che ‘ci sono 2 milioni di mezzi pesanti in Europa e non si può pensare che i mezzi elettrici risolvano la questione delle emissioni di Co2. Se vogliamo risolvere dobbiamo puntare sui combustibili rinnovabili: anche se non si può certo rifornire tutta la flotta europea con combustibili rinnovabili però se si aumenta questa percentuale, ogni punto percentuale è un risultato contro il cambiamento climaticò, ha continuato, ricordando che ‘l’idrogeno è uno dei combustibili rinnovabilì.
Marx ha rimarcato che all’inizio la normativa sull’Euro 7 appariva tanto severa da spingere tutto il comparto automotive verso l’elettrico, tuttavia, questo ha comportato di passaggio dal rischio derivante dalla dipendenza dell’Europa dai produttori di combustibili fossili a una dipendenza dai produttori di batterie (a partire dalla Cina), con l’effetto collaterale di provocare il rischio che l’Ue si ‘digeriscà la sua stessa industria.