Spetterà a Bruxelles dire l’ultima parola su Ilva e Ita. O almeno a definire le traiettorie industriali di due partite strategiche. Perché il futuro di acciaio e trasporto aereo, al di là della capacità d’interdizione politica, dipenderà in larga misura dalla regia della Ue che detta i tempi, modifica le strategie, impone sacrifici, tracciando la rotta finale. Di fatto sia l’Antitrust che la Commissione ne hanno già condizionato il cammino. Ritardando il matrimonio italo-tedesco di quasi un anno. E stabilendo il quadro normativo in cui dovrà muoversi l’Ilva per avviare la decarbonizzazione. Lo scenario è però in movimento. Molto dipenderà da quanto accadrà dopo le elezioni di giugno. Con le decisioni tecniche che subiranno inevitabilmente il fascino discreto di quelle politiche. Come accaduto, in questo scorcio di legislatura, con il green deal. E se da un lato per Taranto, almeno teoricamente, non dovrebbero esserci problemi al prestito ponte da 320 milioni, ossigeno puro per mandare avanti il siderurgico. Dall’altro il cammino resta in salita per le nozze tra la compagnia italiana e Lufthansa.
Ilva, l’ultima scommessa: la strada green (in salita) per salvare azienda e lavoro
I dossier sono sul tavolo della commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager che ha assicurato che non cambierà linea anche dopo la consultazione elettorale.
LA PARABOLA
Gli aiuti pubblici per la siderurgia, tra cig e piani di salvataggio, hanno invece sfiorato, i 10 miliardi. Ma per avviare la svolta green, l’acciaio verde, ne serviranno a stretto giro altri due. Ieri, in attesa di trovare un partner privato dopo l’uscita di Arcelor, sul piatto sono stati messi altri 400 milioni. L’obiettivo, hanno detto i dirigenti Ilva ai sindacati, è quello di far ripartire due altoforni e arrivare a 4 milioni di tonnellate l'anno. In Puglia sarà attivo un treno di laminazione a caldo, mentre tutto il laminato a freddo andrà a Genova. Sempre che la Ue non consideri l’iniezione di liquidità un aiuto di Stato, rimettendo tutto in gioco. Una possibilità remota che, come con Ita, crea incertezze e tanti interrogativi.