La Germania si è assicurata 902 milioni di euro di finanziamenti per la costruzione di una nuova gigafactory della Northvolt presso la città di Heide, nel distretto del Dithmarschen che si trova nel land dello Schleswig-Holstein, 100 km a Nord-Ovest di Amburgo e distante allo stesso modo dal confine con la Danimarca.
Tale finanziamento arriva grazie agli strumenti messi a disposizione per raggiungere gli obiettivi del Green Deal e dal Temporary Crisis and Transition Framework, provvedimento in deroga alle normative europee sugli aiuti di stato varato il 9 marzo scorso, a supporto della crisi energetica e delle materie prime seguita alla guerra in Ucraina, e prorogato per altri 6 mesi il 20 novembre scorso. Il denaro arriverà per 700 milioni in forma di sovvenzione diretta e i restanti 200 milioni sono un prestito garantito.
Si tratta della prima risposta effettiva all’Inflaction Reduction Act promulgato dall’amministrazione statunitense e che offre enormi sovvenzioni industriali per la transizione ecologica e la mobilità elettrica. La quantità di denaro varata infatti è esattamente quella che Northvolt avrebbe incassato se avesse deciso di spostarsi negli USA. L’azienda svedese avrà tempo fino al 31 dicembre 2025 per terminare la costruzione del nuovo impianto in modo da renderlo operativo per il 2026 e raggiungere a regime per il 2029 una capacità annuale di 60 GWh, abbastanza per rifornire tra 800mila e un milione di nuove auto elettriche.
L’intero progetto costerà 4,5 miliardi di euro e creerà circa 3mila posti di lavoro. Inoltre rappresenta il più grande investimento industriale messo in atto nello Schleswig-Holstein da più di 50 anni, grazie alla promozione della Hinweis der Wirtschafts und Technologieförderung ovvero la locale Agenzia per lo sviluppo economico e tecnologico, ed è uno dei pezzi di un piano più ampio che mira a fare della zona una “Clean Energy Valley”. Tutto questo e anche lo status di area disagiata hanno portato alla scelta di Heide. Non è neppure la prima volta che Northvolt riceve prestiti e sovvenzioni dall’Unione Europea.
Nel 2020 ha infatti ricevuto 384 milioni dalla Banca Europea degli Investimenti per la costruzione dello stabilimento in Svezia di Skellefteå da 32 GWh, con un investimento di circa 4 miliardi di euro e 2.500 nuovi posti di lavoro, grazie al Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (EFSI). Accanto sta nascendo un altro impianto denominato Revolt (sopra) destinato al riciclo delle batterie per recuperarne le materie prime, diminuire la dipendenza da fonti extra UE e creare una filiera integrata insieme ad un impianto per la produzione di idrossido di litio che sta nascendo a Setubal, in Portogalo, grazie ad una joint-venture con Galp denominata Aurora.
Northvolt inoltre ha costituito con Volvo la joint-venture Novo Energy con Volvo per la costruzione a Göteborg di una gigafactory da 50 GWh pronta alla fine del 2024. L’obiettivo del costruttore svedese di celle e batterie è di raggiungere un volume totale di 150 GWh entro il 2030 sfruttando solo energia rinnovabile e il 50% da materie recuperate con un’impronta di CO2 pari a 10 kg per ogni kWh prodotto. Altri due impianti sorgeranno in Polonia, vicino Danzica, e in Canada, alle porte di Montreal. Tra gli azionisti di Northvolt ci sono Volkswagen AG, anche insieme alla consociata Scania, e BMW. Secondo quanto dichiarato, il portafoglio ordini di Northvolt ammonterebbe già a oltre 50 miliardi di euro.