PALERMO - Cinque nuovi terminal in quattro porti; dragaggi ultimati, ripresa alla grande di crociere, linee RoRo, cantieristica. La Sicilia laboratorio infrastrutturale del Paese. Il porto di Palermo insieme agli altri porti del Mezzogiorno possono trasformare il Mediterraneo in un ponte che unisce cancellando per sempre l’immagine di un mare-voragine che divide. E la punta di diamante di questa evoluzione è l’Autorità di sistema portuale della Sicilia occidentale che in quattro anni ha speso 1 miliardo in infrastrutture. “La Sicilia - ha detto il presidente dell’Adsp, Pasqualino Monti - quale hub internazionale per il reshoring, per favorire il rientro in Italia delle industrie delocalizzate all’estero. Chiediamo con forza che, nell’ambito delle zone economiche speciali (Zes), ci sia una riforma che consenta di incrementare i poteri economici, promozionali e amministrativi dei commissari e dei presidenti”.
Insomma una sfida che Monti ha lanciato col convegno “Noi, il Mediterraneo” che ha riunito ministro, esperti e studiosi. Un filo conduttore unico raccolto dai ministri Nello Musumeci, Matteo Salvini e Francesco Lollobrigida, e dal viceministro Edoardo Rixi. E poi il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta, il presidente del Tribunale di Palermo Antonio Balsamo, e il comandante della Capitaneria di porto di Palermo e direttore marittimo della Sicilia occidentale, Raffaele Macauda. E ancora imprenditori e opinionisti: Cristina Busi Ferruzzi (Coca Cola), Matteo Catani (Grandi Navi Veloci) Simone Demarchi (Axpo), Edward Luttwak, Paolo Mieli e Massimo Ponzellini.
Secondo Monti, sostenuto dagli interventi degli ospiti riuniti nella nuova stazione marittima di Palermo, “per la prima volta forse dal dopoguerra a oggi la Sicilia ha la possibilità di diventare il centro effettivo non solo del Mediterraneo ma anche di un’Europa che dovrà trovare, attraverso l’Italia, nuove forme di dialogo politico e, soprattutto, economico con i paesi del Nordafrica e con quelli del Medioriente”.
Un parere condiviso dagli interventi degli ospiti presenti, o collegati da remoto come i ministri Musumeci e Salvini. Ancora Monti: “Non sembri un’ipotesi fantasiosa: si tratta, al contrario, di una possibilità più che concreta, conseguente al reshoring industriale post- globalizzazione, alla crisi energetica e al rilancio di mercati che potranno trovare nell’Italia, e in primis in Sicilia, professionalità e risorse imprenditoriali indispensabili per ridisegnare un loro futuro nell’ambito di quella che oggi potrebbe nascere qui, a Palermo, e che si chiama comunità mediterranea. È il momento di credere e agire di conseguenza, superando ritardi, burocrazia e pizzi che hanno penalizzato negli ultimi cinquant’anni il ruolo dell’Italia”.
Come emerso dal convegno, il recente intervento del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sull’hub energetico italiano, si sposa con il riassetto in atto nell’interscambio marittimo mondiale e con la necessità di disporre, al centro del Mediterraneo, non solo di una piattaforma strategica dal punto di vista geopolitico, ma anche di una base strategica produttiva ed economica in grado di confermare con fatti concreti - e l’idea di una revisione globale delle norme sulle zone economiche speciali e sulle zone franche può rappresentare la chiave di volta - che la Sicilia ha tutte le caratteristiche per diventare il fulcro di una nuova Europa proiettata a sud”.
Dopo aver assistito alla dichiarazione di impegno senza se e senza ma assunta dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, in merito alla realizzazione del ponte sullo Stretto, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, Pasqualino Monti ha ricordato come tutti gli obiettivi infrastrutturali, anche relativi a opere bloccate da decenni, siano stati raggiunti nel porto di Palermo e siano diventati realtà concreta. E proprio alla luce di questo successo, Monti ha lanciato, o meglio, ribadito il suo “j’accuse” contro la macchina burocratica che – ha detto – rappresenta il vero “tumore del Sistema Italia” e che ha trovato in passato terreno fertile nel Ministero dell’Ambiente”.