«L’ideologia che prevede il dilagare di ztl e zone a 30Km/h penalizzanti per lavoratrici e lavoratori e autovelox installati in ogni dove, non per sicurezza ma per fare cassa poco hanno a che fare con la sicurezza stradale, quindi buonsenso e concretezza senza ideologia». Lo ha detto il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, al question time al Senato, sottolineando che nel nuovo codice della strada si «interviene sia sulle sanzioni che sulla prevenzione». «L’ideologia che prevede il dilagare di ztl e zone a 30Km/h penalizzanti per lavoratrici e lavoratori e autovelox installati in ogni dove, non per sicurezza ma per fare cassa poco hanno a che fare con la sicurezza stradale, quindi buonsenso e concretezza senza ideologia». Lo ha detto il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, al question time al Senato, sottolineando che nel nuovo codice della strada si «interviene sia sulle sanzioni che sulla prevenzione». Il nuovo Codice della Strada su cui si sta lavorando al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, «non è un ritorno al passato, né una controriforma. L’obiettivo è di salvare vite. Senza pregiudizi ideologici».
Lo ha detto Matteo Salvini in videocollegamento con un convegno sulla Mobilità in Emilia-Romagna. «Quello che mi spiace, ogni tanto, è quando si applica l’ideologia a un tema che è molto concreto - ha osservato - mi sono spiaciuti alcuni accenni, anche se io capisco la politica e sono segretario di un partito, oltre che vicepresidente del Consiglio e ministro dei Trasporti. Parliamo di un Codice della strada su cui stiamo lavorando da un anno, per la cui stesura abbiamo coinvolto centinaia di soggetti pubblici e privati, familiari delle vittime della strada e associazioni, imprese, sindacati, Comuni, Province, Regioni, Polizia stradale, Polizia locale, volontariato e primo soccorso». Quindi, ha proseguito Salvini, «leggere che si tratta di ‘controriformà, perché semplicemente il Codice della strada non prevede i 30 chilometri all’ora diffusi sul 50, 60, 70, 80 o 90% dei territori... e questo vale a Bologna come a Bergamo o a Olbia.
Lo stesso discorso vale per gli autovelox: è un Codice della strada cui ho messo mano da padre, non da ministro. Ho un figlio che ha la patente da non tanto e ho una figlia che la prenderà tra un pò: avere 3.159 morti, come dice l’ultimo dato del 2022, sulle strade italiane, sapendo che il primo tasso di mortalità per i giovani è l’incidentalità su due e quattro ruote mi ha imposto di prendere in mano un Codice della strada che era datato 1992». Pertanto, ha concluso, «fare battaglia politica su un elemento che ha l’obiettivo comune e condiviso da tutti di salvare vite, e non di creare problemi, mi lascia un pò di amarezza».