Un voto non vincolante ma osservato da molto vicino: gli azionisti di Stellantis, riuniti oggi in assemblea generale ad Amsterdam, esprimeranno il loro parere sul compenso del direttore generale, Carlos Tavares. Secondo il rapporto finanziario annuale del gruppo nato dalla fusione tra Fca e Psa ammontebrebbe a circa 36,5 milioni di euro la somma totale che potrebbe percepire il supermanager di origini portoghesi. Una cifra che s raggiungerebbe grazie ad un bonus da dieci milioni di euro per le nozze, nel 2021, tra Psa e Fca. La remunerazione di Tavares, 65 anni, include poi voci previdenziali di lungo termine ma anche bonus attribuiti al raggiungimento di obiettivi fissati per il 2025. Versati in larga parte attraverso le azioni, questi compensi crescono insieme al valore dei titoli del gruppo, praticamente raddoppiato negli ultimi tre anni.
Con i suoi marchi Peugeot, Citroën, Fiat o Dodge, Stellantis ha annunciato a metà febbraio ricavi record, a 18,6 miliardi di euro per il 2023, in aumento dell'11% rispetto all'anno precedente. Nel 2022, Tavares suscitò le ire del presidente, Emmanuel Macron, che bollò come ''scioccante ed eccessivo'' il totale ''astronomico'' della sua retribuzione. Stellantis fa invece notare che questi compensi sono in linea con quelli di multinazionali tipo Boeing negli Usa (Dave Calhoun, 33 milioni di dollari per il 2023). Il gruppo realizza in effetti gran parte delle proprie vendite in Europa, ma trae l'essenziale dei propri benefici sul mercato americano. "Auto: l'incredibile decennio di Tavares", titola oggi il quotidiano Les Echos, ripercorrendo la "storia di un decennio di brillanti mosse di Tavares per salvare Psa e poi costruire un gigante mondiale. Ma il suo stipendio da 36,5 milioni di euro fa ancora discutere".