L’ascesa dei produttori di auto cinesi, gli sforzi dell’Unione europea per eliminare gradualmente i motori a combustione e i nuovi contratti siglati con il sindacato americano United Auto Workers, che comportano un aggravio dei costi, sono tra i fattori che potranno dare il via a operazioni di M&A, che potenzialmente potranno coinvolgere anche Stellantis, e di consolidamento del settore. Lo ha detto l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, in un’intervista esclusiva a Bloomberg. «Ci siamo chiesti se ci sia qualcosa che è cambiato negli ultimi tre anni rispetto a quando abbiamo presentato il piano Dare Forward 2030. La risposta è che l’ampiezza dell’offensiva cinese, la competitività che possono dimostrare e l’arrivo massiccio delle loro migliori case automobilistiche rappresentano un cambiamento significativo». Questi competitor «arriveranno sui nostri mercati con la capacità di vendere i veicoli elettrici allo stesso prezzo dei veicoli con motore a combustione interna.
Allo stesso tempo i governi occidentali imporranno la vendita al 100% di veicoli elettrici a batteria, quindi è abbastanza ovvio che chi non è in grado di produrre Bev competitivi dal punto di vista dei costi si troverà in un problema esistenziale», ha detto Tavares. Le aziende che non si sono preparate a questo impatto saranno quindi in difficoltà: «Questo significa che dobbiamo essere in forma e pronti. Se queste opportunità dovessero concretizzarsi, vogliamo far parte di questo consolidamento. Quelli che non hanno fatto i compiti per ridurre i costi sono quelli che si metteranno nei guai», ha detto il Ceo. Secondo Tavares, una fase di consolidamento arriverà e metterà il mondo occidentale in una situazione difficile, anche in termini di norme sulla concorrenza: «Le attuali regole antitrust sono controproducenti per affrontare l’offensiva cinese. A un certo punto, se si deve finanziare una tecnologia molto costosa e non si ha la giusta dimensione, si rischia di trovarsi in difficoltà. Fortunatamente, grazie all’Unione europea, che desidero ringraziare, abbiamo potuto creare Stellantis ed è assolutamente giusto dire che siamo stati sostenuti in questo», ha detto.
Rispondendo a chi che chiedeva se, in questo contesto di potenziale consolidamento del settore, Renault fosse da considerare vulnerabile, Tavares ha risposto che «la mancanza di dimensioni adeguate è sempre un problema. È anche una questione di strategia. Rispetto il coraggio di Renault di fare qualcosa di molto diverso. Questo è uno dei motivi per cui guardo a ciò che stanno facendo, perchè posso imparare dalle cose buone che stanno facendo. Potrebbe essere un’ispirazione per le cose che potremmo fare noi stessi». Per Stellantis Renault è un competitor agguerrito: «È quello che vuole l’Unione europea: una concorrenza dura a vantaggio del consumatore. Ci troviamo di fronte a un concorrente molto efficiente in Francia e cerchiamo di rafforzare le nostre attività per poterlo affrontare», ha detto Tavares. Il Ceo di Stellantis ha spiegato che «se l’industria automobilistica non si muove, scomparirà sotto l’offensiva dell’industria cinese», ma qualunque cosa si andrà a fare, anche nell’ambito di operazioni di consolidamento, «deve essere vantaggiosa per tutti, essere fatta in modo amichevole e convergente, senza azioni ostili», perchè «già è difficile quando si fanno le cose in modo amichevole, come abbiamo fatto con Stellantis, è comunque difficile affrontare le critiche di tutti gli oppositori». Quindi, ha concluso Tavares, «se due aziende si uniscono, devono essere veramente convinte che le sinergie che ne deriverebbero creerebbero valore per tutte le parti interessate».