L'esterno dell'Ambasciata Brasiliana a Roma a Piazza Navona dove si è svolta la conferenza stampa

Ayrton Senna Forever, presentata a Roma la mostra sul campione brasiliano dal 24 aprile al MAUTO di Torino

di Michele Montesano
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ROMA – A distanza di trent’anni da quel tragico primo maggio, Ayrton Senna continua a vivere nei nostri cuori. A confermarlo è la mostra “Ayrton Senna Forever” che verrà dedicata, a partire dal 24 aprile, in suo onore al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino (MAUTO) e presentata, per l’occasione, all’Ambasciata Brasiliana di Roma. Un piccolo assaggio lo si è potuto gustare già nel cuore della Città Eterna, per la precisione a piazza Navona, con gli appassionati che sono accorsi numerosi per ammirare la McLaren Honda MP4/4 con cui Senna ha conquistato il suo primo campionato del mondo di Formula 1 nel 1988.

Non solo uno tra i piloti più forti di sempre, ma un vero e proprio mito divenuto immortale con le sue gesta. Tutt’oggi Senna, grazie alle sue indimenticabili imprese al volante, è un metro di paragone difficile per qualsiasi pilota che aspiri a correre in Formula 1. Forse, in quel tragico pomeriggio primaverile, alla curva del Tamburello dell’Autodromo di Imola non è solamente scomparso un mito, bensì anche un automobilismo e un modo di vivere le corse romantico e fatto di pura passione.

La mostra “Ayrton Senna Forever”, che verrà inaugurata il 24 aprile e durerà fino al 13 ottobre 2024, non vuole ripercorrere solamente le gesta del campione brasiliano ma offrirà uno sguardo intimo e personale. Un lavoro certosino durato oltre otto mesi che ha coinvolto tutte le figure del MAUTO e Carlo Cavicchi nel ruolo di curatore della mostra. La storia di Senna verrà narrata attraverso più di 250 “opere”. Il ruolo centrale sarà riservata alle auto partendo dai kart, passando alle monoposto delle formule minori, fino ad arrivare alle potenti vetture di Formula 1, dalle Lotus alle McLaren fino alla Williams. Non solo, ci sarà anche la Mercedes Benz 190E con cui Senna conquistò la Race of Champions sul circuito del Nürburgring nel 1984.

Lo spazio espositivo vedrà inoltre la presenza di 114 foto d’epoca, filmati in Super8 e istallazioni audiovisive. Non mancheranno una selezione di caschi e tute usate da Senna nell’arco della sua carriera. Non per ultimo, faranno bella mostra di sé anche tutti i libri che sono stati scritti e pubblicati sul tre volte campione del mondo F1. Una mostra immersiva che l’appassionato potrà “portarsi anche a casa” grazie al podcast appositamente realizzato.

Per l’occasione Renato Mosca, Ambasciatore del Brasile in Italia, ha voluto tracciare un profilo inedito andando oltre il pilota: «Ayrton Senna era più di un idolo della Formula 1. Era un modello di eccellenza, perseveranza e integrità, qualità che si riflettevano nei successi ottenuti nella sua carriera. Tre volte campione di Formula 1, Senna sognava un paese in cui tutti avessero l'opportunità di avere successo in qualunque cosa volessero. La sua eredità nello sport e il suo impegno personale per lo sviluppo del Brasile – soprattutto nei settori dell’istruzione e dello sport – rimangono vivi e non saranno dimenticati».

Benedetto Camerana, Presidente del MAUTO, ha aggiunto: «Anche se sono passati trent’anni, il mito di Ayrton Senna è sempre più vivo. Lo riportiamo tra noi con una rilettura monografica di ampia visione curata da Carlo Cavicchi. Con una narrazione appassionante e rigorosa raccontiamo al MAUTO la storia e le vicende di Senna, grande brasiliano, straordinaria e inarrivabile figura, pilota eccezionale e fenomeno mediatico e popolare, divenuto intramontabile soprattutto dopo la sua tragica fine, che lo ha trasfigurato nell’epica icona di sé stesso, proiettandolo nel firmamento delle grandi star della nostra epoca».

Seppur non presente a Roma, Bianca Senna, nipote e CEO di Senna Brands, ha voluto mandare un suo messaggio: «Il Brasile e l'Italia hanno in comune il rispetto e l'ammirazione per Senna e per l'eredità che ha costruito. La mostra del MAUTO ci incoraggia a ricordare la sua parabola dentro e fuori dalla pista che ancora oggi è fonte di ispirazione per tutti noi».

Carlo Cavicchi, che da direttore di Autosprint, visse in prima persona l’epopea del pilota brasiliano ha avuto l’onore e l’onere di curare la mostra. Vicino al pilota e all’uomo, Cavicchi ha così voluto raccontare il suo lavoro: «L'obiettivo era di fare qualcosa di più rispetto alle celebrazioni già fatte in passato. Ci siamo dovuti confrontare con una “concorrenza” mondiale anche perché sapevamo di non essere gli unici a ricordare quest'anno i trent'anni della morte di Senna. Non è stato facile ma, grazie allo staff del museo, siamo riusciti nell'impresa. In 1.500 metri quadrati raccontiamo la vita del pilota e dell’uomo. Auto, tute e caschi ma anche 20 schede di vita personale di Senna oltre alle sue frasi più celebri. Ho avuto modo di conoscerlo bene e da vicino, so’ quanto Senna era pignolo, esigente e meticoloso. Osservando il lavoro che abbiamo svolto credo che ne sarebbe stato fiero».

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Giovedì 11 Aprile 2024 - Ultimo aggiornamento: 20:13 | © RIPRODUZIONE RISERVATA