Lo scenario più catastrofico sarebbe quello di una guerra totale in cui una tempesta di satelliti nemici bersaglia i “nostri” per mandarli fuori orbita, distruggerli e accecarli, creando una pioggia di detriti spaziali incontrollati. Ma non è un videogioco da guerre stellari virtuali. È lo scenario realistico che discende dallo sviluppo tecnologico e dalla geopolitica attuale. Ed è la simulazione alla quale fino al 15 marzo si dedicheranno i generali spaziali nella base del comando francese a Tolosa attraverso la mega-esercitazione AsterX, che ha uno zoccolo duro Nato allargato a paesi amici, e che cerca di dare risposte operative agli allarmi soprattutto americani e francesi sulla rafforzata aggressività “stellare” non solo di Mosca, ma anche di Pechino. E questo spiega la partecipazione ad AsterX, accanto ai partner Nato, di forze di difesa come quelle giapponesi, sudcoreane e australiane.
L’ULTIMA FRONTIERA
A far paura è l’asse russo-cinese che si è cementato in Ucraina, Medio Oriente e nell’Indo-Pacifico. «Se non riusciamo a fermare il nemico nello scenario peggiore, le conseguenze di un attacco del genere potranno durare decenni e alcune orbite diventare del tutto inagibili», spiega a Rudy Ruitenberg di Defense News il generale Philippe Adam, comandante delle forze spaziali francesi. «Un conflitto di questo tipo generalizzato sarebbe davvero una pessima notizia».
IL TEAM
I 190 partecipanti a AsterX quest’anno arrivano da 15 paesi: oltre a Francia, Germania, Italia, Spagna, Portogallo, Belgio, Austria, Polonia, Romania, Regno Unito, Stati Uniti e Canada, compaiono un paese del Golfo come gli Emirati Arabi Uniti e poi Australia, Giappone e Corea del Sud. Non mancano i rappresentanti del Centro difesa informatica della Nato, insieme a produttori di missili e aziende aerospaziali. Il generale Adam avverte che i «comportamenti non amichevoli» dei satelliti russi sono ormai la routine in uno spazio sempre più pericoloso e militarizzato.
IL PERICOLO
La strategia spaziale di Macron è partita nel 2019 e quattro anni dopo, febbraio 2023, i satelliti francesi in orbita erano già 91. Quest’anno la simulazione si riferisce a 4mila potenziali “oggetti”, disseminati e lanciati in uno spazio virtuale giorni prima dell’inizio di AsterX, concepiti in modo da includere 14 diversi tipi di minaccia e 23 eventi. Il ruolo dei grappoli satellitari Starlink di Elon Musk nella guerra russo-ucraina ha poi dimostrato, ancora di più, l’importanza della dimensione “spaziale”, ibrida, delle guerre attuali e future, sulla prima linea dell’Intelligence e delle tele-comunicazioni. Fu al Vertice Nato di Bruxelles del luglio 2018 che la Nato riconobbe l’esigenza di una vera “politica spaziale” a causa della “evoluzione rapida e altamente dinamica del settore”. E nel dicembre 2019 lo spazio fu classificato dagli alleati come “quinto dominio operativo”. Il quartier generale spaziale fu insediato a Ramstein. Nel frattempo, paesi come la Russia e la Cina hanno sviluppato e testato, riportano dossier Nato, “tecnologie contro-spaziali di ampio raggio, che potrebbero limitare l’accesso allo spazio e la libertà operativa della Nato”. Nel mirino la sicurezza e gli interessi commerciali dell’Alleanza e dei suoi paesi membri.