Fiat mantiene primato volumi nel gruppo Stellantis. Ha quota del 20,9% in Brasile, 11% in Italia, 11,5% in Turchia e 60% in Algeria
Stellantis, la caduta non si arresta: -24,6% a 30.817 immatricolazioni novembre, -9,4% nel 2024
Fiat, versatilità al potere ed uno stile attraente. Pronto il rilancio grazie a modelli in linea con il suo Dna. Inizia la Grande Panda
Topolino: in un nome simpatico come quello del mitico Micky Mouce di Walt Disney è scritta la storia dell’automobile italiana. Venne infatti soprannominata così, come lo straordinario personaggio dei fumenti, la Fiat 500 del 1936, ovvero la prima piccola utilitaria proposta agli italiani da mamma Fiat. Era un’utilitaria lunga poco più di tre metri (3,210), offriva solo due sedili (in seguito sarebbe stata aggiunta una panchetta posteriore per due posti supplementari), aveva un motore a benzina 4 cilindri con potenza di 13 cavalli e poteva raggiungere la velocità massima di 95 km/h. Costava 8.900 lire. Fu, quella prima 500 “Topolino” l’apripista di una dinastia evolutasi con modelli sempre più aggiornati, fino al 1955, quando venne cessata la produzione per dare spazio alla successiva generazione di utilitarie Made in Torino, ovvero le Fiat 600 e 500 di prima generazione.
Oggi, a distanza di quasi 90 anni da quell’esordio fortunato, la Topolino torna. Ovviamente con forme, contenuti e qualità totalmente diverse, ma con lo stesso spirito: quello di un’auto di dimensioni ridotte (in questo caso ridottissime: appena 2,54 metri), agile, alla portata di tutti, accessibile anche a giovanissimi di 14 anni, essendo omologata come quadriciclo, e con motorizzazione esclusivamente elettrica a emissioni zero. Una rivoluzione.
A differenza dell’antenata – sarà bene chiarirlo – la nuova mini Fiat non è frutto di un progetto concepito “in casa”. L’auto nasce infatti sulla base della AMI di Citroën, marchio francese della famiglia Stellantis che ha coraggiosamente aperto la strada a questo genere di superutilitarie alimentate a batteria. Dalla francesina la nuova Topolino si distingue per le dimensioni leggermente superiori (13 cm più dell’Ami) e lo stile vagamente ispirato, in alcuni dettagli, a quello della Fiat 500 del 1957, mentre condivide al 100% la motorizzazione elettrica (sistemata al posteriore) che assicura una potenza di appena 8 cavalli, alimentata da una batteria agli ioni di litio da 5,4 kWh. La velocità massima è autolimitata a 45 km/h, quanto basta per muoversi in città, ovvero il terreno obbligato per questo veicolo che non può circolare in tangenziale né sulle strade extraurbane principali e tantomeno in autostrada. L’autonomia dichiarata è di 75 km e il tempo di ricarica inferiore alle 4 ore, utilizzando una normale presa domestica.
Ciò detto, a Torino ci si è dati da fare per conferire comunque una distinta personalità alla nuova vetturetta, spingendosi fino a identificarla come un modello cool, capace d’imporsi come “sorella minore della 500”, l’auto di maggior successo del marchio torinese dopo l’imbattibile Panda. La nuova Topolino è disponibile, tra l’altro, anche in una versione Dolce Vita aperta, in alternativa a quella chiusa: entrambe sono caratterizzate da un colore unico (nessuna alternativa al verde vita), un unico design dei cerchi, interni esclusivi e diverse opzioni di personalizzazione.
La mission ufficialmente dichiarata dalla Casa per la Topolino è “contribuire allo sviluppo della mobilità sostenibile per le città rendendo la guida elettrica facile e accessibile a tutti”. Obiettivo possibile? Se qualche perplessità può affiorare lo si deve esclusivamente allo stile originalissimo dell’auto, caratterizzato da forme inconsuete, fuori dagli schemi tradizionali, che ne fanno “un tipo” e ispirano più simpatia che ammirazione. Ciò detto, sarà bene chiarire comunque che siamo in presenza di una vetturetta gioiosa, 100% elettrica, dunque libera di circolare ovunque, facile da parcheggiare, adatta alle famiglie e, come detto, anche ai più giovani, che possono guidarla a partire da 14 anni.
Sono disponibili, come detto, due tipi di carrozzeria, una chiusa e l’altra aperta. La prima, più convenzionale, è dotata di due porte, di cui una (quella del guidatore) con apertura controvento. Volendo, può essere personalizzata con adesivi a effetto legno sulle porte; nella versione aperta, invece, è possibile aggiungere sul tetto adesivi a strisce come una tenda parasole estiva, per un ulteriore tocco di… Dolce Vita. La scoperta è una sorta di “spiaggina” per l’estate che rinuncia pure alle portiere, sostituite da due cordoni in stile nautico e tra gli optional prevede persino una doccetta per l’estate al mare.
Per il resto, vale la pena ricordare che nonostante le dimensioni ridotte, l’abitabilità è buona grazie ai due sedili disallineati (ma non troppo imbottiti). Giova anche l’ampia superficie vetrata che aumenta la percezione dello spazio. I vani portaoggetti, inoltre, sono posizionati in modo strategico: vi si possono riporre numerosi oggetti personali (telefono, chiavi, penne, guanti…) e uno di questi, in particolare, si trova davanti al sedile passeggero e può ospitare una borsa, per un totale di 63 litri di carico interno. Entrambe le varianti sono dotate di specchi retrovisori vintage con effetto cromato e di un portapacchi posteriore. Per il resto, inutile farsi illusioni: non è previsto alcun dispositivo elettronico di sicurezza (manca persino l’ABS, non obbligatorio sui quadricicli) e, quanto al comfort e alla qualità della vita a bordo, non c’è neanche l’aria condizionata. Bisogna arrangiarsi con un ventilatore, proposto come optional.