I conducenti senza patente, perché mai conseguita oppure revocata o sospesa, hanno provocato in dieci anni - dal 2013 al 2022 - quasi tremila morti, per l’esattezza 2.967, e oltre 53mila feriti sulle strade italiane. Il dato è dell’ufficio studi Asaps, l’Associazione sostenitori della Polizia stradale, che ha elaborato i numeri dell’Istat. L’anno 2022, dopo la fine della pandemia, ha visto i dati peggiori, con 342 morti e 7.568 feriti. In pratica, dai soli incidenti con conseguenze alle persone emergerebbe che il 10% delle auto circolanti ha alla guida un conducente senza patente: un fenomeno in crescita, nonostante la legge 41/2016 abbia introdotto la «guida senza patente» come aggravante dell’omicidio stradale e delle lesioni personali stradali.
Le sanzioni previste per la semplice «guida senza patente» vanno da 5.100 a 30.599 euro (pagamento scontato entro 5 giorni a 3.570 euro) con il fermo amministrativo del veicolo per tre mesi, grazie alle norme sulla depenalizzazione del gennaio 2016. Solo se si è colti nuovamente alla guida senza patente nel biennio scatta la denuncia penale, che può portare alla sanzione dell’arresto fino a un anno e alla confisca del veicolo. Secondo i dati dell’Asaps molti conducenti ‘spatentatì erano stranieri, anche con casi di minorenni alla guida. «Il tema degli omicidi stradali provocati da conducenti privi di patente dovrà essere valutato dal legislatore nei lavori parlamentari per la riforma del codice della strada, ora all’esame della Commissione Trasporti alla Camera», dice Giordano Biserni, presidente Asaps, ricordando che «nel 1999 la norma fu depenalizzata e nel 2007 tornò ad essere reato, a causa dei dati molto negativi degli incidenti in Italia. Poi nuova retromarcia nel 2016, con il ritorno alle sanzioni amministrative e a violazioni penali solo in caso di recidiva. Se i processi sono diminuiti, i dati del 2022, i peggiori del decennio, ci devono preoccupare».