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Mini, triplete zero emission: la nuova Aceman nel mezzo tra Cooper e Countryman
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MILANO - Non c'è Fuorisalone senza Mini. Anche quest'anno il marchio british del Gruppo Bmw non fa eccezione alla regola, che vuole la sua partecipazione focalizzata più sui temi coerenti con il tema (Mobile e Design) della Settimana milanese che su argomenti di carattere strettamente automotive. Non a caso, da alcuni anni la sua presenza viene etichettata come «Mini Living».
Nel caso dell'edizione 2018 il «Mini Living» viene accompagnato dal sottotitolo «Built by all» (Costruito da tutti) che punta a sottolineare la stretta collaborazione tra cittadini e architetti in modo che ciascuno possa contribuire a realizzare degli spazi pienamente coerenti con le proprie esigenze e la propria personalità.
È un approccio – sempre coerente con il concetto di «Minimalism» caro al marchio britannico, storico portabandiera del «Piccolo è bello» – che punta a riscrivere le regole del design convenzionale, dimostrando come l'architettura possa contribuire a combattere la carenza di spazi abitabili che rappresentano nelle metropoli moderne una ricorsa sempre più rara e preziosa.
L'installazione realizzata nella cruciale Zona Tortona punta a includere il concetto di partecipazione attribuendo alle persone e alle loro idee un ruolo cruciale, come spiega il responsabile creativo di Mini Living Oke Hauser: «In un mercato immobiliare i cui standard faticano a incontrare le esigenze di ogni singola persona, la nostra installazione trasforma le persone in attori creativi, portandoli al cuore del progetto iniziale del design».
Non si tratta di un'enunciazione di principio, ma di una promessa concreta. Anche quest'anno – come le due dizioni che l'hanno preceduta battezzate «Breathe» e «Do disturb» – Mini Living mette a disposizione dei visitatori una «experience area» in cui ciascuno può creare sotto forma di modelli la propria visione dello spazio vivibile del futuro. Questo spazio è adiacente alla stanza nella quale lo studio di architettura londinese Studiorama ha realizzato quattro concetti di ambienti contenuti ma ampiamente vivibili di un'area pubblica, come una cucina condivisa e una palestra all'aperto.