Da sinistra, Davide Grasso, Ad di Maserati, Carlos Tavares, Ceo di Stellantis, Jean Marc Finot, direttore motorsport Stelantis

Tavares su Stellantis in FE: «Decideremo prima della pause estiva». E su Alfa Romeo: «Tornerà nel motorsport, è nel suo Dna»

di Mattia Eccheli
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MISANO ADRIATICO – Stellantis deciderà solo prima della pausa estiva se confermare l'impegno in Formula E anche per la Gen4. Carlos Tavares, il Ceo del gruppo, è anche Misano per concludere la sua settimana italiana culminata con la presentazione dell'Alfa Romeo Milano, che non archivia con un annuncio che avrebbe potuto ricordare quello di Nissan, che nell'ePrix domestico, due settimane fa a Tokyo, era stato il primo costruttore a prolungare fino al 2030 la partecipazione al circuito elettrico. «Jean Marc Finot – ha sorriso il manager portoghese guardando l'ingegnere francese che gli è seduto a fianco assieme a Davide Grasso, Ad di Maserati, e che è responsabile del Motorsport di Stellantis – deve venire con una proposta e poi decideremo».

Il gruppo italo francese è impegnato con due marchi nel mondiale elettrico, Ds e Maserati, ed è in corsa per il neo istituito Trofeo Costruttori, che dalla prossima stagione dovrebbe diventare un titolo ufficiale Fia. Tavares “concede” solo che «il motorsport è il miglior sistema per sviluppare le tecnologie che portano al futuro a zero emissioni». Secondo lui, tuttavia, la Formula 1 resta la piattaforma automobilistica più efficiente per rapporto tra costi e ritorni. Solo che, argomenta il manager che per lo scorso bilancio incasserà 23 milioni di euro (altri 13 milioni arriveranno), è difficile spiegare ai collaboratori che negli stabilimenti sono costretti a limare sui centesimi di euro per garantire competitività al gruppo costi che, malgrado il tetto di spesa («una cosa buona», dice Tavares), oscillano comunque fra i 100 e 500 milioni: «È un limite etico», sintetizza.

Un altro limite è quello dell'alimentazione, basata sulla propulsione termica: «La F1 dovrà trovare una soluzione quando si scontrerà con la scadenza del 2035, quando verrà vietata la vendita di veicoli non a zero emissioni», aggiunge. Il provvedimento comunitario viene liquidato come «dogmatico» da Tavares, che conferma per l'Europa un problema di competitività sui costi oltre che sui cervelli (in fuga verso altri continenti). E non solo su quelli: «Non è che Bruxelles può vietare la circolazione di veicoli con motori endotermici in Marocco, in Angola, in Venezuela o in Cile», ammonisce. Il parco circolante globale “convenzionale” è di 1,3 miliardi unità.

Ricorda anche la propria scelta di non vendere Alfa Romeo («ho detto no a chi mi chiedeva di cederla») e di non eliminare Lancia («quando sono arrivato mi hanno detto che era imbarazzante»). E poi assicura: «Alfa Romeo tornerà nel motorsport. Non sappiamo ancora con quali modalità, ma tornerà perché fa parte del suo Dna», dice. «Finot e Imparato (Jean Philippe, il numero uno del Biscione, ndr) si confronteranno e poi vedremo», insiste. A proposito di Lancia precisa invece che è un marchio che «merita il motorsport». La regola fondamentale è tuttavia quella della redditività: l'impegno nel motorsport deve essere sostenuto dai margini, altrimenti non si può fare.

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Domenica 14 Aprile 2024 - Ultimo aggiornamento: 02-05-2024 20:48 | © RIPRODUZIONE RISERVATA