Perugia, Alex morto a 17 anni per leucemia: otto medici indagati dopo la riapertura dell'inchiesta

La sede della Procura
di Enzo Beretta
3 Minuti di Lettura
Giovedì 11 Maggio 2023, 07:19 - Ultimo aggiornamento: 07:35

Ci sono otto medici indagati per la morte di Alex Mazzoni, lo studente di 17 anni affetto da leucemia deceduto l’11 marzo di tre anni fa. I nomi che si possono leggere nella richiesta di incidente probatorio notificata in queste ore agli indagati dal pubblico ministero Gianpaolo Mocetti sono gli stessi elencati nella richiesta di archiviazione datata 31 marzo 2021. Nel frattempo, però, la famiglia ha chiesto la riapertura del caso allegando una consulenza medico legale di parte e una relazione firmata da uno specialista in ematologia. In questa fase la Procura, che ha iscritto i professionisti del Santa Maria della Misericordia per omicidio colposo, chiede di procedere a un «accertamento tecnico mediante perizia medico legale». I medici, difesi dall’avvocato Giancarlo Viti, rivendicano l’assoluta correttezza del loro operato. È «necessario ed opportuno» secondo il pm che questa perizia «si svolga nel contraddittorio delle parti e venga affidata a collegio medico legale terzo». In altre parole un incidente probatorio. Si legge: «Perizia volta ad accertare - previo esame degli atti e della documentazione sanitaria acquisita relativa al ricovero, al trattamento sanitario e al successivo decesso di Alex Mazzoni (nato ad Assisi il 26 dicembre 2002) occorso in Perugia il 11 marzo 2020 e di quant'altro contenuto nel fascicolo del pubblico ministero - se il richiamato decesso sia in rapporto causale, secondo i criteri medico legali di giudizio, con l'operato dei medici che lo hanno avuto in cura; in particolare, stabilire se i predetti medici abbiano agito con imperizia, imprudenza ovvero negligenza nella fase diagnostica e terapeutica e descrivere in caso positivo il tipo di responsabilità dei singoli professionisti e/o dei soggetti coinvolti; accertare, in particolare, se una diversa condotta dei professionisti e/o dei soggetti coinvolti, avrebbe, con alto grado di credibilità razionale e probabilità logica, evitato il decesso; accertare, infine, quant'altro utile ai fini di giustizia».

«Le indagini sono state finalmente riaperte - ha commentato Stefano, il papà di Alex -.

Sono felicissimo e soddisfatto, speriamo che questa volta abbiano capito che per il mio Alex sono state commesse azioni sbagliate, che ci sono stati degli errori e che in prima battuta il caso relativo alla sua morte era stato chiuso troppo in fretta». 

«Vado a trovare il mio ragazzo al cimitero di Colombella tre volte al giorno e gli ho promesso che non mi fermerò finché non avrò trovato giustizia per lui - aggiunge Stefano, con un filo di voce -. In questi mesi abbiamo portato all’attenzione dei magistrati consulenze di ematologi e medici legali. Gli diagnosticarono una leucemia non fulminante, gli hanno fatto quattro chemio ed è morto per le emorragie diffuse. Restiamo convinti che non ci sono più dubbi, errori ce ne sono stati». Oggi il giovane papà esulta: «Sono 38 lunghi mesi che aspettiamo questa notizia, gli errori commessi verranno a galla, ne sono sicuro». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA