ROMA – Il Belapese ha un grande patrimonio anche su strada. Secondo il primo Rapporto sul motorismo storico redatto dalla Fondazione Caracciolo e dal Centro Studi dell'Aci le auto con più di 30 anni di anzianità (quasi 25.500 arrivano a 70 e oltre) valgono 104 miliardi di euro. Parecchie sono tuttavia semplicemente vetuste e quindi perfino un pericolo per gli utenti della strada perché ancora impiegate abitualmente. «Serve normativa nazionale che distingua le auto storiche da quelle vecchie – ha esortato Angelo Sticchi Damiani, presidente dell'Automobil Club d'Italia - Le prime rappresentano un patrimonio dell’ingegno umano, del design e della tecnica e vanno salvaguardate, le seconde invece sono insicure e inquinanti e devono essere sostituite».
Sticchi Damiani ha aggiunto che i dati emersi dall'indagine «confermano l’urgenza di distinguere, a livello normativo» i due tipi di vetture. Quelle vecchie «non presentano alcun valore storico né collezionistico», ha rincarato il presidente dell'Aci: «La distinzione è necessaria anche per consentire alle Amministrazioni comunali di capire a quali consentire e a quali, invece, negare l’accesso ai centri storici». L'obiettivo è anche quello di favorire «il rinnovamento di un parco circolante vetusto, in linea con le politiche europee per la transizione ecologica».
In Italia sono ancora registrate 40,2 milioni di auto (il 16% del totale del Vecchio Continente) con una concentrazione di 672 per abitante (solo il Lussemburgo ne ha di più) e un'anzianità di servizio superiore alla media europea: 12,2 contro 12 anni e non consola che la Grecia arrivi a 17. Lungo lo Stivale un quarto delle vetture viaggia da oltre 20 anni e quasi 6 milioni hanno un'età compresa fra i 20 e i 29 anni. Di queste, per qualità specifiche tecniche e di design, l'Aci ne ha inserite appena 388.000 nella cosiddetta “Lista di Salvaguardia”. Poi ci sono 3,9 milioni di macchine “over 30”, quelle che le leggi vigenti considerano automaticamente d'epoca e che portano il totale dei modelli di valore storico e collezionistico a 4,3 milioni.
La sollecitazione alla revisione della normativa da parte dell'Aci «non è solo per tutelare il valore di veicoli unici, ma anche per evitare la crescita di preoccupanti sacche di elusione fiscale». La sintesi è semplice: «Le auto storiche devono essere tutelate, le auto vecchie, invece, sostituite», e i loro proprietari «messi in condizione di acquistare auto più sicure, più efficienti e più rispettose dell’ambiente». Il Rapporto certifica quello del motorismo storico come un fenomeno sempre meno di nicchia che si espande quasi proporzionalmente alla diffusione dei veicoli elettrici: è ormai una passione che coinvolge milioni di italiani, assicura l'Automobil Club. Il giro d'affari annuale per il solo mantenimento supera i 5 miliardi di euro ai quali si sommano i 2 miliardi per la partecipazione e eventi collegati, che sta diventando anche un volano per il turismo.