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ZAMA – La visita è gratuita, ma occorre almeno prenotarla. È una visita “curiosa”, perché la Zama Heritage Collection, una raccolta di circa 280 auto a marchio Nissan e Datsun, non è un vero museo. È più un grande garage all'interno del quale i veicoli – oltre il 70% dei quali perfettamente funzionante – sono ordinatamente parcheggiati, come se dovessero o potessero venire noleggiati da un momento all'altro. Alcuni sono modelli di grandissimo valore o di estremo interesse. Tipo una Nissan Gt-R diventata famosa perché è dorata: il costruttore l'aveva verniciata così per l'asso della velocità giamaicano Usain Bolt.
La vettura è nella sezione dove sono esposti i modelli sportivi, quelli con i quali Nissan ha preso parte, anche con successo, a diverse competizioni. L'attività di raccolta e di restauro è cominciata nel 1955. Le vetture che una volta si trovavano nella capitale, nel 1994 sono state spostate presso lo stabilimento di Zama, a circa due ore di macchina da Tokyo e a una dal quartier generale di Yokohama, dove praticamente tutto ricorda il costruttore. La preziosa collezione venne avviata con la Datsun 12 Phaeton prodotta nel 1933 da Yutaka Katayama, il primo presidente di Nissan negli Stati Uniti e il “papà” della gamma “Z”.
È solo da una dozzina di anni, dall'ottobre del 2012, che la raccolta è stata aperta al pubblico. Ci sono prototipi, vetture da corsa e auto di serie più o meno preziose, più o meno gettonate. Seppur poco appariscente, c'è una Skyline Gt-R32 Nismo vecchia di 34 anni alimentata da un 2.5 litri da 280 Cv che continua ad essere una "stella". Uno degli esperti racconta che un esemplare è stato valutato una cifra quasi astronomica, circa 30 milioni di yen, ossia quasi 184.000 euro.
Anche la macchina con il valore commerciale più elevato – un modello è stato quotato fra i 3 e i 5 milioni di dollari - è mimetizzata in mezzo alle altre. Si tratta della Prince Skyline Sport del 1963, fabbricata in appena 60 esemplari (35 coupé e 25 convertibili), realizzati a mano da artigiani espressamente chiamati dal Belpaese, e venduti all'epoca a circa 1,9 milioni di yen (20 milioni attuali, circa 123.000 euro). La sua storia è molto italiana, perché il design è stato firmato da Giovanni Michelotti e l'anteprima risale al 1960 al Motor Show di Torino. Il primo modello venne commercializzato in Giappone due anni più tardi. La coupé in vetrina a trazione posteriore monta un motore da 1.9 litri da 91 cavalli abbinato a un cambio a 4 marce.