Nel 1962, dopo i primi cinque anni di attività su quello che è stato definito “miniautodromo”, matura, favorito dalla disponibilità dei terreni al di là della Curva Viterbo, utilizzati fino ad allora dalla Scuola Agraria del Comune di Campagnano, l’allungamento della pista di Vallelunga. Ancora una volta ci si affida al progetto elaborato dall’Ing. Piero Taruffi, che negli anni Trenta si era occupato anche dei possibili sviluppi dell’Autodromo del Littorio ricavato all’interno dell’Aeroporto dell’Urbe. In sostanza, tenendo conto del senso di marcia antiorario dall’uscita della Curva del Semaforo si prosegue “saltando” l’ingresso della Viterbo, piegando sulla destra dove, proprio con un salto dovuto al dislivello, ci si immette nella difficile Curva della Trincea, così chiamata per via dello stretto passaggio ricavato nella famosa collinetta che delimitava l’area. La parte nuova prosegue in discesa verso i “Cimini” l’inedita doppia curva raccordata, da cui imbocca la salita che riporta sulla parte esistente del circuito, permettendo così una lunga tirata fino alla staccata della Roma, che diventa decisamente più impegnativa. Sono 1400 metri in più che portano il totale a 3,2 km.
Il 7 aprile 1963 il taglio del nastro dell’”Autodromo di Roma” il Ministro del Turismo e dello Spettacolo Alberto Folchi, il Sindaco di Campagnano Renato Mazzotti, il Presidente dell’Automobile Club Roma Alberto Canaletti Gaudenti e l’Avvocato Mario De Cesare. Dopo la cerimonia inaugurale, si corre la prima gara riservata alle Formule Junior.
C’è subito un tocco di internazionalità con la vittoria dell’austriaco Kurt Bardi Barri con una Cooper. La gara conferma le aspettative. Bardi Barri vince con una media di poco inferiore ai 120 km/h, Geki Russo con la De Sanctis in finale realizza un giro veloce a oltre 125 km/h.
Il 19 maggio c’è subito il battesimo con la F1 con il XV Gran Premio (di) Roma. E’ una delle tante gare non valide per il mondiale, che si disputano nei primi anni sessanta, e deve fare a meno dei big, impegnati appena cinque giorni dopo nel week-end di Montecarlo. Vince meritatamente Bob Anderson, un ex motociclista inglese, al volante della miglior vettura in pista, un Lola con motore V8 Climax, che precede la Porsche 718 arancione (ribattezzata “orange pig”) dell’olandese Karel Godin De Beaufort, lo stesso che aveva affittato la macchina a Baghetti in occasione della Coppa Italia del 1961. Di Anderson è anche il giro più veloce che è il nuovo record di Vallelunga a quasi 130 km/h. Il migliore degli italiani è Roberto Lippi, che pochi mesi più tardi si trasferirà alla Ferrari come collaudatore. Da applausi la prova del giovane romano Franco Bernabei, che al volante di Junior zavorrata, si prende il lusso di stare davanti a tutti per alcuni giri.
Un’altra data storica è il 22 novembre di quello stesso anno. Per la prima volta arriva a Vallelunga la Ferrari con John Surtees e la 156 F1 per un test in vista del successivo Gran Premio del Sud Africa, l’ultimo appuntamento della stagione. Una giornata intensa di collaudi che si conclude con uno straordinario tempo sul giro : 1’22”8 a oltre 139 km/h. E’ il primo di una lunga serie di test del Cavallino Rampante che durante la stagione diventa di casa a Vallelunga, imitato anche dall’Abarth.
Di corse si ricomincia a parlare, e tanto, nel 1964. Dopo che il 2 febbraio Juan Manuel Fangio in visita a Vallelunga ha scritto un lusinghiero giudizio sulla pista sul libro degli ospiti, ecco finalmente le moto con l’omonimo Gran Premio Roma, il XV della serie, organizzato dal Moto Club Roma. Ci sono tutti i big: Bruno Spaggiari che vince la 125 cc con la MV, Walter Villa è autore del giro veloce nella ottavo di litro a oltre 114 km/h. Quanto a Giacomo Agostini inizia prima difficile rapporto con la pista romana. Il bergamasco in gara con la Morini 250 ottiene un fantastico record sul giro a 123,337 km/h prima di scivolare, lasciando via libera dopo un gran duello al Campione del Mondo rodesiano Jim Redman con la Honda. Ma, a entusiasmare pubblico e addetti ai lavori è l’inimitabile Gilera-4 che trionfa nella 500 cc con l’argentino Benedicto Caldarella.
Anche il Gran Premio Roma automobilistico che si disputa il 20 Settembre, unitamente al Trofeo Musso, trova la sua definitiva collocazione. D’ora in avanti, salvo l’eccezione del 1966, si correrà con le nuove F2. La 16ma edizione la vince Jo Schlesser a 126,163 km/h, con il nuovo record ufficiale della pista in 1’28”3 che abbatte il muro dei 130 km/h. Il francese è al volante della Brabham 1000 cc celeste della Ford France, la stessa che comparirà nel celebre film di Claude Lelouch “Un Uomo una Donna” con al volante Jean Louis Trintignant, nipote del pilota F1 Maurice, durante una seduta di prove sulla pista parigina di Monthléry.
Alla vigilia di Natale, dopo la conclusione della prima edizione del popolarissimo Criterium dell’Ora, che si corre su due prove in domeniche diverse con partenza tipo Le Mans e posizioni sorteggiate, c’è una nuova incursione della Ferrari per i collaudi del nuovo prototipo P2, con la carrozzeria ancora priva di verniciatura, in vista del debutto alla 24 Ore di Daytona, unitamente alle altre versioni 1964, con cui Nino Vaccarella, che ha appena vinto la 24 Ore di Le Mans, fa faville segnando tempi intorno all’1’24”! a oltre 137 km/h, confermando il suo feeling con l’Autodromo di Roma.
La stagione 1965 che si apre con le tre prove del Trofeo d’Inverno, la prima sull’anello esterno di 1400 metri, segna il record assoluto di manifestazioni organizzate all’Autodromo di Roma. Il clou tra le auto è sempre il Gran Premio Roma F2, che si disputa il 16 maggio. Vince l’inglese Richard Attwood con la Lola, con una media superiore ai 131 km/h. Terzo è il futuro Campione del Mondo F1 Jochen Rindt con una Brabham. A far notizia è però il debutto vincente della nuovissima Dino 166 SP con la quale Lorenzo Bandini vince la gara riservata alle sport fino a 2000 cc tra il tripudio del pubblico
L’annata che ha ospitato complessivamente 19 manifestazioni, diciassette per le auto, due per le moto, si chiude con la Coppa API sul circuito piccolo, nel corso del quale Massimo Natili con la BWA F3 batte il record assoluto, fermo al 59” di Nino Vaccarella con la Cooper Maserati F1 del 1961 nella Coppa Italia F1, scendendo a 58”9 pari a 110,016 km/h, e con i due week end del Criterium dell’Ora che esaltano tra gli altri Ignazio Giunti con la Fiat 500, Vieri Finzi con l’Abarth 1000 e Rito Perfetto con un’Alfa Romeo Giulia TI preparata da De Sanctis.
Il record di gare si ripete nel 1966 con il grande impegno del Vallelunga Motor Club. Il clou tra le auto è sempre il Gran Premio Roma che, per l’occasione, si corre con le F3, con la grande vittoria di Tino Brambilla che “brucia” di 3/10 Clay Regazzoni.
Tra le moto, nel Gran Premio Roma, in calendario a fine ottobre, con tanto di diretta televisiva, c’è il trionfo delle Benelli, con la vittoria di Amilcare Ballestrieri nella 250 cc e Renzo Pasolini nella 500 cc, mentre nella 125 cc c’è il derby tra i fratelli Villa, con Francesco su Montesa che ha la meglio su Walter con una Mondial. Ma la gara passa alla storia per la caduta di Giacomo Agostini, ancora all’asciutto a Vallelunga!
In effetti durante gli anni sessanta, alternando i due tracciati, Vallelunga riesce a sostenere una bella fetta del calendario, e soprattutto ha creato con le sue gare sempre belle e un po’…rusticane, dualismi in tutte le categorie, dalle turismo alle formule, che esaltano il pubblico: Franco Chiari contro Roberto Addamiano, Michel Terminiello e Tommaso Capuozzo, esponsanti della scuola partenopea, Bernabei contro “Geki”. Franco Chiari è il primo dei “Reucci” di Vallelnga, titolo che poi accompagnerà Ignazio Giunti, e c’è anche la “Reginetta”, Liliana De Menna che si batte da pari a pari con gli scatenati delle 500.