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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Stephane Peterhansel, Carlos Sainz e Mattias Ekstrom

Audi-Dakar: i tre moschettieri bavaresi alla conquista del deserto d'Arabia

di Giorgio Ursicino

In Baviera li conoscono tutti. Eppure vengono da lontano. Peterhansel, Sainz ed Ekstrom, tre fenomeni travestiti da gente normale. I tre moschettieri dei raid passano molto del loro tempo nel Sud della Germania. Già da diversi anni. L’avanguardia della Dakar adesso è proprio qui. A Neuburg an der Donau c’è il castello di Audi Sport, l’avanposto più vincente del motorsport mondiale. Qui a plasmare le astronavi per mangiarsi il deserto ci sono tecnici di passione e altre centinaia di ingegneri già impegnati a sviluppare il propulsore della F1 dei Quattro Anelli che verrà realizzata a Hinwil, nella vicina Svizzera, dal 2026. Nella piccola Trebur-Astheim, villaggio all’estremo meridione dell’Assia, c’è invece la sede della Q Motorsport, il team di Sven Quandt e dei suoi figli Thomas e Tobias.

Questo ramo della dynasty Quandt, da sempre legata alla BMW, ha inventato e controlla il team più specializzato nei rally-raid, un equipe da quasi trenta anni impegnata nelle corse che ha vinto più volte la Dakar e numerosi altri raid con vetture di costruttori diversi. La casa di Ingolstadt ha voluto ripetere lo schema vincente di Le Mans dove gli ingegneri di Audi Sport lavoravano gomito a gomito con gli specialisti del Joest Team per portare i capolavori sui campi di gara. Audi non ci ha pensato due volte a dare i galloni del team principal dell’avventura in Arabia a Sven Quandt perché fra le dune e le lande desolate sono pochi a poter vantare la sua esperienza. In questo triangolo di Baviera è facile incontrare il “dream team” che lavora con Sven da prima delle nozze con Audi.

Rappresentanza, visite in fabbrica, test al volante, fino a ripetere all’inverosimile tutti gli interventi meccanici di cui potrebbe aver bisogno la RS Q e-tron E2, un puzzle di oltre 6 mila pezzi. Nella penisola degli sceicchi si corre per ore nel nulla più assoluto e se hai bisogno di aiuto puoi rivolgerti solo a te stesso. Per questo Stephane, Carlos e Mattias sono i più diabolici “flying doctor” della meccanica. Ekstrom è uno dei piloti più versatili, da molto nell’orbita Audi ha vinto due volte il prestigioso DTM ed il Campionato Mondiale di rallycross, uno che guiderebbe di tutto. È alla sua terza Dakar e lo scorso anno ha portato al traguardo di Jeddah la prima delle Audi. Eppure, quando parla del suo compagno Peterhansel, esterna sempre la sua ammirazione, sembra un bambino.

Stephane, da parte sua, non riesce a calarsi proprio nella parte dell’eroe, è rimasto la persona semplice che era nel 1988 quando partì da Parigi con una Yamaha per puntare la bussola verso il Sahara. Da allora tutto è cambiato, il suo curriculum ed anche il suo conto in banca. Può vantare una sfilza di risultati ineguagliabile. Basta guardare la sua bacheca dove ci sono i trofei della regina delle maratone: 14 vittorie assolute, 6 nelle moto ed 8 nelle auto. Su poco più di trenta partecipazioni, quasi un trionfo ogni due anni. Eppure è facile vedere Peterhansel che parla con interesse del deserto con chi non ha mai visto una duna. Infine c’è Carlos, il papà del ferrarista, il madrileno volante: quest’anno si è messo in testa di vincere dopo aver già festeggiato le 60 primavere...

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Venerdì 23 Dicembre 2022 - Ultimo aggiornamento: 26-12-2022 19:24 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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