Non c’è dubbio, c’è una nuova Ferrari. Non tanto la macchina, seppur senza dubbio evoluta nella direzione giusta negli ultimi gran premi, ma tutta la squadra. A cominciare dei piloti, gasati per il risultato ottenuto a Singapore e rassicurati per una guida meno brusca della monoposto che tiene più lontani gli errori. Sono diversi i protagonisti a rivendicare in silenzio i meriti del grande “colpo”. Da Carlos, che ha pennellato per tutta la gara traiettorie perfette senza commettere nessun errore, pur avendo sulle spalle la pressione di rivali con un passo più rapido e coperture che si usuravano di meno. Il povero Charles è apparso come un pulcino bagnato.
Ma, forse per la prima volta, ha dimostrato di saper fare quello che si deve quando il team gli chiede supporto. Niente affatto un dettaglio, una caratteristica fondamentale che un super driver deve necessariamente avere. Basta guardare l’Imperatore Hamilton che, dall’alto delle sue oltre cento vittorie e sette titoli mondiali, non mette a repentaglio neanche un punto della Stella per “interessi personali”. Il principino non ha corso libero e lo sapeva prima di partire, nonostante fosse solo in seconda fila. È stato teleguidato dai box sulle direttive del “remote garage”, tenendo un ritmo altalenante, ma favorevole alla causa.
Il gran ciambellano, però, è stato lui, Fred Vasseur che, dopo mesi di lavoro ai fianchi, è riuscito, al momento opportuno, a far muovere i suoi ragazzi (sono quasi mille...) come fossero un corpo solo, all’unisono. Può sembrare poco, ma è un’altra grande vittoria che potrebbe cambiare le carte in tavola quando la Rossa recupererà la piena competitività. Per centrare l’obiettivo il Team Principal ha usato anche l’arma contratto da rinnovare dicendo che «non è una priorità». A Suzuka, completamente opposta rispetto a Singapore, con lunghi curvoni in appoggio e allunghi in salita che richiedono la cavalleria, la SF-23 ha dato l’impressione di esserci lo stesso in prova, anche se la Red Bull si è ripresa la leadership.
Sainz e Leclerc possono contare entrambi sulla quarta power unit stagionale da poco montata, che consente di caricare un po’ le ali mantenendo un’elevata velocità di punta. In Giappone, però, un’arma del genere è ritenuta insufficiente per tenere dietro i rivali perché i punti di sorpasso sono più di uno e se chi è dietro ha pneumatici migliori può tranquillamente passare guadagnando in trazione e frenata. Qualche leggero messaggio è già arrivato, soprattutto perché le temperature elevate attese in corsa potrebbero mettere più a dura prova le gomme e chi è in vantaggio da questo punto di vista ne approfitterà.
Oltre l’astronave di Verstappen, che ha fatto vedere di aver l’intenzione di riprendere il filotto interrotto a Singapore, mettono fuori la testa anche Mercedes e McLaren molto abili in questo approccio. Ci sono poi da rispettare le due recenti direttive introdotte dalla FIA che punta a ridurre la flessibilità delle parti aerodinamiche fisse ed ha contenere la deformazione della tavola che protegge il fondo fra i due canali venturi. Tutti si dicono non preoccupati, ma questi bolidi sono talmente sensibili che, anche cambiando leggermente un parametro, si può scatenare un effetto domino imprevedibile. Per limitare gli effetti dal fastidioso e pericoloso “porpoising”, la tavola era stata divisa in tre parti collegate però in modo troppo elastico che consentiva di abbassare di molto l’altezza da terra. Domani la gara scatterà alle ore 7 in diretta su Sky.