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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
La Ferrari di Carlos Sainz al Red Bull Ring

Ferrari, SF-23 ha tanti sviluppi per mettere nel mirino la Red Bull

di Giorgio Ursicino

Il lavoro va avanti. La Ferrari non molla. È falso, infatti, che la mente sia già alla prossima stagione. Il team è compatto e motivato; e, anche se non lo dichiara apertamente, l’obiettivo è tornare a vincere il quest’annata ingarbugliata. Iniziata nel peggiore dei modi con un cambio improvviso dell’“allenatore”. D’altronde, il prossimo anno le monoposto non cambieranno molto dal punto di vista regolamentare e ridurre il gap dalla Red Bull vuol dire portarsi avanti per il 2023. Un po’ come ha fatto la Mercedes lo scorso anno quando spinse tantissimo trovando una buona competitività nella seconda parte della stagione, culminata con la perentoria doppietta del Brasile. Dove è sembrata, almeno su quella pista, più in palla dell’inarrivabile Verstappen. E poi, titoli a parte, se ti chiami Ferrari e Mercedes, non puoi permetterti di prendere schiaffi oltre venti volte l’anno per l’immagine, i tifosi ed anche la borsa. Insomma bisogna reagire e tocca farlo il più in fretta possibile.

Frédéric Vasseur, nonostante sia la prima volta che guida una corazzata così importante con alle spalle un costruttore di prestigio, l’ha sempre saputo. Forse perché in testa alla lista di priorità che gli è stata affidata insieme con il contratto. Fred, almeno a parole, non ha dato alcun segnale di cedimento. Mai un atteggiamento che poteva far pensare allo sconforto. Nemmeno nelle giornate più storte. La sua filosofia è sempre stata chiarissima. Mai un ripensamento. «La SF-23 non è da buttare. Non ho mai conosciuto nessuna vettura veloce in prova e inchiodata in gara. Dobbiamo capirla, allargare le finestre di utilizzo, comprendere come sfruttare le gomme e non subirle. Per far questo porteremo molti sviluppi, quasi ad ogni gara. Una squadra con la nostra tradizione deve sempre puntare al massimo».

Detto, fatto. Le novità di Barcellona sembravano aver fallito, soprattutto sulla distanza. Invece, a Montreal, le cose si sono messe meglio ed, a parte leprotto Max, le distanze dall’Aston Martin e la Mercedes sono state molto ridotte. Ma il Canada è un tracciato anomalo, quasi privo di curvoni veloci dove l’equilibrio generale e, soprattutto, l’aerodinamica fanno la differenza. Domani i motori si accendono per conquistare la pole al Red Bull Ring, la tana dei campioni del mondo, sull’ex circuito di Zeltweg nella verde Austria. Che Maranello faccia sul serio si è visto nei giorni scorsi quando la Rossa è stata portata in pista a Fiorano con entrambi i piloti sfruttando un “filming day”. Pochi chilometri, giusto per sgranchirsi le gambe. Ma un flash che ha fatto tornare ai tempi di Lauda, Prost ed anche Schumacher, quando non c’erano simulatori, “remote garage” e computer spaziali e per avere un’idea dell’assetto bisognava baciare l’asfalto.

All’altura della Stiria, i tecnici coordinati da Enrico Cardile hanno portato hanno portato un nuovo fondo ed un'ala anteriore completamente rifatta. Tutte le squadre, dopo un anno e mezzo che ci sono i diversi regolamenti con l’“effetto suolo”, hanno preso visione che, ancora una volta, nelle rivoluzioni tecniche è sempre mago Adrian Newey ad imboccare la strada giusta. E tutti hanno preso come riferimento assoluto la monoposto di Chris Horner. Lo hanno fatto le realtà più piccole che hanno meno energia creativa, ma ora lo stanno facendo anche la Rossa e la Grigia che avevano intrapreso un percorso autonomo. Questo weekend, su un banco di prova ritenuto valido, vedremo se ci sarà un altro passettino verso il vertice o se il Nord America è stata una giornata a se. Tempo di lavorare sulle macchine non ce ne sarà molto. Solo una sessione di prove libere questa mattina. Poi nel pomeriggio si decide lo schieramento di partenza di domenica. Domani giornata a se stante, con qualifiche e gara sprint.

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Domenica 2 Luglio 2023 - Ultimo aggiornamento: 03-07-2023 13:34 | © RIPRODUZIONE RISERVATA