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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Max Verstappen festeggia a Doha dopo la sua qurantanovesima vittoria in F1

GP Qatar, una corsa anomala, ma a dominare è sempre Max Verstappen

di Giorgio Ursicino

Cambia la “formula”, il risultato è sempre lo stesso. Il cannibale con i denti alla Dracula domina anche il GP del Qatar in una notte di Doha caldissima e con l’umidità che si taglia col coltello. La corrida mette a dura prova, oltre agli pneumatici, anche la resistenza fisica dei piloti. Super Max, da fresco tricampione del mondo consecutivo, non è affatto sazio e lascia ai rivali appena le briciole. Oltre il trionfo sulla pista di Losail, il quattordicesimo in questa magica stagione, l’olandese si porta a casa il giro veloce che si somma alla pole position e stabilisce un altro primato in quasi tre quarti di secolo di storia. Da quando esiste la F1, nessun pilota aveva condotto in testa un numero così elevato di giri e di chilometri (il record salirà ancora) nello stesso anno solare.

La Red Bull dell’olandese toglie la gemma a se stessa perché il capolavoro precedente lo aveva stabilito Sebastian Vettel nel 2011, sempre con un’astronave disegnata dal geniale Adrian Newey. Mancano 5 corse per chiudere i giochi e, quasi sicuramente, il fenomeno cancellerà altre due imprese che già gli appartengono: 15 vittorie e 454 punti nello stesso campionato. A questo punto si può dire che l’attuale seconda forza dietro l’inarrivabile tandem Max-RB è la McLaren-Mercedes. Rapida sul giro, fenomenale nei lunghi curvoni in appoggio, affidabile. Recentemente ha colmato anche il piccolo handicap della velocità sul dritto che spesso non gli consentiva di superare facilmente avversari più lenti sul ritmo.

Il “bambino” Piastri e il fratellino maggiore Norris nel Golfo hanno ripetuto la scenetta di Suzuka accompagnando l’orange sul podio a posizioni invertite. Un uno-due entusiasmante che sognava la Mercedes, molto a suo agio sulla sabbia del deserto, da poter ripetere un risultato che manca da Barcellona. Le Frecce, infatti, scattavano in prima fila e in terza posizione, ben davanti alle monoposto papaia che erano state penalizzate in Q3 per aver superato i track limits. Russell in gara, con un gagliardo quarto posto dopo essere finito in partenza dietro a tutti, ha dimostrato che il doppio podio poteva essere una piccola rivincita per la casa di Stoccarda.

Invece, alla prima curva, i due compagni di squadra si sono presi, ripetendo quasi il patatrac della Spagna 2016 quando Hamilton fece a ruotate con Rosberg abbracciando le due Stelle fra una nuvola di polvere. Lewis scattava dietro a Max con le gomme soft. George a fianco del fenomeno con le gialle medie come quasi tutti. Forse non si erano parlati prima che si spegnesse il semaforo (Toto Wolff, per la seconda gara consecutiva, era a casa convalescente) ed entrambi si sentivano in diritto di stare davanti. Forse era il caso che il pilota con le gomme più rapide a scaldarsi avesse la precedenza, ma il sette volte campione del mondo ha stretto troppo per chiudere il sorpasso all’esterno.

Temendo l’ira telefonica del team principal per l’occasione buttata, entrambi si sono scusati. Il giovane via radio mentre rimontava come un forsennato, l’esperto ai box visto che ha avuto la peggio: «Può succedere. Diciamo che è colpa mia che sono più anziano...». La Ferrari? Un GP da dimenticare. Scialbo e sfortunato dopo almeno 3 gare niente male. In Qatar le Rosse sono tornate a soffrire con le gomme, questa volta non solo in gara, ma anche in qualifica. Un dossier che sembrava in parte risolto e che si è ripresentato su un asfalto abrasivo con la temperatura alta. Carlos, purtroppo, non è neanche andato in griglia per una perdita di carburante scoperta all’ultimo minuto e che i meccanici non sono riusciti ad ovviare.

Charles, approfittando del crash Mercedes, all’inizio era buon quarto, ma nulla ha potuto contro Russell proveniente come una furia dalle retrovie con un passo nemmeno paragonabile. È stata una gara anomala che non si era mai vista prima. Da seguire con un occhio sul video e uno sul taccuino. Le strategie sono state stabilite dalla Federazione decidendo che «ogni pilota si doveva fermare almeno tre volte ai box perché con un treno non si potevano percorrere più di 18 giri». A parte il caldo e il consumo esagerato, si è scoperto che gli aguzzi cordoli di Losail procuravano invisibili tagli alle coperture che, se portate al limite, avrebbero potuto cedere.

A complicare ulteriormente le cose c’è stato il fatto che non tutti i treni erano nuovi e ai 18 giri si dovevano sottrarre quelli percorsi in prova. Di ognuno si sapeva esattamente quando sarebbe rientrato ai box. Molti driver, nel finale, erano cotti ed hanno rallentato volutamente (Alonso e Russell) o si sono fermati (Sargeant). Leclerc ha confermato che sperava di più: «Max è di un’altra categoria e anche le McLaren temevamo che fossero più veloci. La Mercedes di Russell, però, andava come un razzo...».

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Lunedì 9 Ottobre 2023 - Ultimo aggiornamento: 10-10-2023 10:05 | © RIPRODUZIONE RISERVATA