I primi a vincere sono quelli di Liberty Media. Ora sicuri che l’investimento di mezzo miliardo puntando forte sullo Strip di Las Vegas ha prodotto i suoi frutti. Lo spettacolo fuori dalla pista è stato magnifico. E il gran premio altrettanto bello, con la battaglia sportiva più avvincente dell’anno su un tracciato faraonico, velocissimo e pure sicuro. La F1 ha scommesso sull’America, i cow boy hanno risposto con entusiasmo, riempiendo tutte le tribune con oltre 300 mila spettatori nel weekend. Per far ciò, visto che nella Città del Nevada si dorme di giorno, i motori hanno rombato a notte fonda. Poi è toccato al solito Verstappen che mercoledì era sembrato un pesce fuor d’acqua, un meraviglioso cigno trasformato in calimero.
«Posto assurdo. Non mi piace. In tutta questa confusione, lo sport e appena l’1%...». Tutti avevano capito che il fenomeno era andato in testacoda e ieri l’ha intuito anche lui dopo aver tagliato in traguardo per la diciottesima vittoria stagionale (53 in carriera, eguagliato Vettel). «Bellissima gara, mi sono divertito. Non vedo l’ora di tornare qui il prossimo anno...». Vallo a capire. Ma Max è così: agisce d’impulso, molto più con un microfono davanti che quando si trova al volante della sua Red Bull. Ma soprattutto ha meritato Charles Leclerc e tutta la Ferrari protagonisti di una gara impeccabile, sfuggita solo per sfortuna. A Singapore, infatti, Carlos è riuscito a vincere l’unica corsa dell’anno per Maranello sfruttando anche gli aliti di vento. Tattica impeccabile, strategia perfetta, Red Bull in tilt.
A Las Vegas, invece, se tutto fosse andato come doveva, il principino sarebbe stato scortato sul gradino più alto del podio proprio da due rampolli di Chris Horner, per l’occasione vestiti uno di bianco e l’altro di rosso. Il monegasco, che si esalta su questo tipo di circuiti, risultando praticamente imbattibile sul giro secco, aveva ottenuto la ventitreesima pole della sua stagione, agguantando Niki Lauda che però ha in bacheca 3 Mondiali. La rapidità e il coraggio di Charles possono essere paragonati solo a quelli di Ayrton Senna. Diverse le cose in gara (solo 5 primi posti) dove bisogna avere una costanza assoluta e saper gestire le gomme nel modo migliore. Doti che ieri il ferrarista ha messo sul tavolo, correndo con concretezza ed autorità.
Al via, il cannibale che era al suo interno è scattato leggermente meglio ed ha allungato la frenata alla prima curva vicinissima, spingendo la Ferrari fuori dal tracciato. Come spesso succede, il ragazzo era furioso per radio, ma Max era nel suo diritto. Poteva infatti scegliere se ridare la posizione o beccare 5 secondi di penalità alla sosta ai box. L’olandese preferiva avere pista libera e aria pulita davanti, avendo una possibilità di fuga visto il proverbiale passo della sua monoposto. Invece niente, Leclerc non mollava un centimetro e, addirittura, scavalcava in pista il rivale che, tradito dal “graining”, anticipava la sosta ai box. Con i pneumatici gialli medi la corsa l’ha vinta Charles che tirava dritto, mettendo una bella ipoteca sulla vittoria. Il cittadino di Montecarlo si fermava più tardi, rientrando davanti a Max e con le coperture più fresche.
Cinque giri dopo la sosta della Rossa numero 16, safety car in pista e i migliori ne approfittavano per montare gomme nuove. Il vantaggio si trasformava in un handicap, alla ripartenza l’orange aveva un ritmo migliore è andava a vincere. Pure Perez superava la SF-23 ma, con una manovra incredibile, il ragazzo del Cavallino, alla penultima curva, si riprendeva un meritato secondo posto. Bene Carlos che, dopo un contatto in partenza, risaliva fino al sesto posto. «La Ferrari migliore dell’anno, la safety car ci ha penalizzato - ha spiegato il principino - no, le gomme con 5 giri in più non erano un problema. La cosa tre volte più difficile è riportarle in temperatura rispetto ad un treno di hard nuove...».