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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Oliver Bearman, il pilota della Ferrari Academy che ha esordito a Jeddah

Vasseur ha voluto Bearman come pilota di riserva. Ora dovrà trovargli una F1 per il prossimo anno. Haas favorita

di Giorgio Ursicino

Mentre la squadra bionica metteva a segno una delle sue giornate da sogno, il Circus ha mandato in onda la “favola dell’Orsetto”. Quando lo show è monopolizzato in modo assoluto e da così tanto tempo, solo le vicende umane possono riaccendere l’entusiasmo congelato dalla gelida tecnologia. Che, tanto è più avanzata, meno lascia spazio all’imprevisto, chiudendo i giochi prima di cominciare. A Jeddah il risultato non è mai stato in discussione. A catalizzare l’attenzione hanno pensato l’affaire Red Bull, che rischia di far saltare il team più forte di tutti i tempi, e il reality di Ollie, uno sbarbatello pennellone alto quasi un metro e novanta con la faccia di bravo ragazzo incapace di emozionarsi. Ormai sappiamo tutti come è andata. Oliver Bearman, diciottenne inglese di belle speranze, aveva conquistato la pole della gara di F2 quando un attacco di appendicite ha colpito Sainz.

Mentre il ragazzo girava per il paddock pensando a come impostare la battaglia, ha trillato il telefonino: «Sbrigati, vieni a metterti la tuta, devi guidare la Ferrari...». Era Vasseur che cercava il sostituto di Carlos perché le prove stavano per iniziare. A qualsiasi comune mortale sarebbe venuto un coccolone. Oliver ha avuto un attimo di smarrimento per non poter sfruttare la pole ben augurante per acchiappare un Campionato del quale è fra i favoriti. Poi, ha resettato il computer e da quel momento non c’è più stata emozione. Ha fatto quello per cui è stato plasmato sin da bambino, con una naturalezza e una professionalità straordinarie. Tutto intorno il panico.

Molti si sono posti la domanda se il baby britannico sarebbe stato in grado di domare la SF-24 che non aveva mai guidato. Su un tracciato così veloce ed ostico, contornato da durissimi muretti, dove piloti molto più esperti avevano ammucchiato le loro monoposto. Per il papà, David, un ragazzone di 46 anni pieno di coraggio, si è acceso un incubo. David è un uomo d’affari di successo ed è stato anche pilota. La miscela esplosiva che a Oliver è scivolata via, ha preso David alla gola, facendo prevalere l’istinto del padre. Il britannico non si è goduto la splendida gara, sperando solo che finisse senza imprevisti. Nonostante gli giravano intorno, per complimentarsi sulle performance del figliolo, personaggi come John Elkann, presidente della Ferrari, e Carlos Sainz, il pilota che gli aveva prestato la Rossa, David non ha tolto un secondo lo sguardo dal video.

Finita la corrida i due si sono a lungo abbracciati e Oliver ha dovuto tranquillizzare il genitore che era stato tutto normale, c’era solo un po’ di stanchezza. Pienamente convinto delle capacità di Ollie, invece, Fred Vasseur, l’uomo che più di ogni altro sa sintonizzarsi con la mente dei driver. Frédéric, oltre al protagonista, era forse l’unico a sapere che il baby era assolutamente in grado di cavalcare la scena. Nessuno avrebbe immaginato il malanno dello spagnolo ma, senza clamore, era stato proprio il team principal a volere che l’inglese facesse da riserva preferendolo a colleghi più esperti. Fiuto infallibile di un vero talent scout.

La bella storia rischia per il momento di finire qui nonostante il rookie sia stato il più giovane a guidare la Ferrari, ma anche a vedere il traguardo ed arrivare a punti. Fra 10 giorni si gira in Australia e ci sono pochi dubbi che il madrileno si riprenderà la sua SF-24. Ollie si concentrerà sulla categoria cadetta dove punta al titolo con la scuderia italiana Prema. Ma cosa accadrà nel 2025? Il solo che può saperlo è il TP francese perché Bearman appartiene all’Academy Ferrari. Di possibilità che possa correre con il Cavallino ce ne sono pochine. Anzi nessuna. Proprio Fred, infatti, ha firmato due contratti nuovi fiammanti che non si sa quanto durano, ma certamente non sono brevi.

Vasseur cercherà di piazzarlo altrove e il team con più chance è la Haas. L’altra squadra che ha una la power unit italiana è la Sauber, ex Alfa Romeo da dove proveniva il manager, ma la squadra è stata acquisita totalmente dall’Audi che esordirà nel 2026 e non si presterà a fare da vivaio. Nel team americano, invece, ci sono diverse chance, in auto ci sono due bravi piloti che però hanno già dato il meglio di sé. Entrambi si sono ritirati e poi sono tornati: sia Magnussen che Hulkenberg sono maturi per lasciargli il sedile.

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Lunedì 11 Marzo 2024 - Ultimo aggiornamento: 12-03-2024 09:44 | © RIPRODUZIONE RISERVATA