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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Un mostruoso Max Verstappen in Ungheria

Verstappen corre da solo, con la sua spaziale Red Bull lanciato a battere tutti i record

di Giorgio Ursicino

Dopo oltre un’ora e mezza di gara, con due soste ai box ma nessuna safety car, il giovane Lando Norris passa sotto alla bandiera a scacchi zigzagando. Festeggia, non c’è dubbio. È riuscito a precedere per tre secondi Perez con la spaziale Red Bull. Che ha a sua volta respinto l’attacco finale del re dell’Hungaroring, quel Lewis Hamilton che sabato è diventato l’unico pilota della storia ad ottenere 9 pole position sullo stesso circuito. No, non è la classifica finale del GP di Ungheria. Più di mezzo minuto prima era infatti transitato il cannibale Max Verstappen con un fare così “turistico” che ormai anche le telecamere evitano di inquadrarlo visto la propensione a correre da solo.

Eppure, questa sembrava la volta buona per interrompere l’assoluto dominio stagionale che vede la RB essersi portata a casa tutti gli 11 trofei assegnati, con nove vittorie dell’olandese, le ultime 7 della quali consecutive. Con il senno di poi, diventa ancora più eroica l’impresa in qualifica del baronetto britannico e speranzosa la possibilità che Lewis avrebbe potuto ripetere il gesto anche in gara. Un conto è un giro, tutt’altra cosa è sfrecciare per 300 chilometri. Sulla distanza non si scorge all’orizzonte che possa osare infastidire la superiorità della fenomenale coppia formata dalla monoposto di Adrian Newey e dal pilota che sta demolendo tutti i precedenti record.

Quando si è spento il semaforo, il tulipano era ancora più famelico. Non si preoccupava di vincere la corsa, cosa abbastanza facile visto del passo inarrivabile di cui disponeva, ma voleva farlo alla prima curva. Un mostruoso boost in più arrivava dalla presenza dall’Imperatore Hamilton a fianco che aveva osato dire come «in nessun caso avrebbe concesso strada». L’olandese ha fatto la sua migliore partenza dell’anno, ha salutato tutti e se ne è andato. Soffermarsi su cosa è accaduto in gara è superfluo e forse non veritiero. Conviene dare qualche flash che rende ancora più netta la superiorità attuale.

Max, quando si è fermato la seconda volta ai box a montare un treno di gialle medie come quello con cui era partito, ha stampato al rientro tre “fucsia” abbassando il giro più veloce di due secondi e mezzo. Una scena irreale che lascia immaginare come la sorte del quinto, arrivato al oltre un minuto di ritardo, sarebbe potuta capitare anche al secondo o, forse, tutti gli avversari potevano finire doppiati. Solo nel finale Hamilton, con i serbatoi vuoti e l’ardore di puntare Perez e Norris per agguantare il podio, si è avvicinato al capolavoro, ma sempre a più di un secondo. Con il dominio di ieri Verstappen arriva a 44 primi posti e nessun obiettivo gli è più precluso anche perché è determinato a sfruttare la fase magica per scrivere nuove pagine di storia.

«Non credete che sia facile anche disponendo della vettura più veloce. Bisogna non sbagliare nulla, evitare incidenti e stare alla larga da guasti meccanici. Una miscela magica...». Max ha permesso alla Red Bull di eguagliare il primato che resisteva da 35 anni e stabilito dai quei due fuoriclasse di Prost e Senna che con la McLaren vinsero nel 1988 le prime 11 gare dell’anno. Il target è allungare la striscia di successi perché un’occasione del genere non ricapiterà facilmente. Ed è disposto a farlo anche da solo. Per ora lui è a 281 punti; la Mercedes, che è la seconda forza del mondiale Costruttori, vanta un bottino di 223.

Dopo Hamilton quarto, che forse sperava di più, hanno chiuso lo splendido Piastri con la seconda McLaren e Russell con l’altra Freccia Nera scattata dal fondo dello schieramento. La Ferrari? Maluccio. Dal 9° e 10° a Silverstone, Leclerc e Sainz sono risaliti 7° e 8° precedendo Alonso con un Aston Martin che non graffia più. Un po’ poco come miglioramento visto che si doveva passare da una pista ostica ad una amica. Fred, sempre calmissimo, sembra stanco di sentire solo lamentele alla SF-23: «Non è così. Le componenti insufficienti sono molteplici. Provate a togliere dalla classica i ritardi causati dai numerosi errori e vedete che il ritmo della monoposto non era poi tanto male...».

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Lunedì 24 Luglio 2023 - Ultimo aggiornamento: 25-07-2023 16:12 | © RIPRODUZIONE RISERVATA