Troppo facile per il Professore. Nella Sprint Race del Qatar guadagna i 3 punti necessari sul povero compagno Perez e, con 5 gare d’anticipo, conquista il suo terzo mondiale di F1. Per giunta consecutivo. Il prestigioso trofeo va in bacheca il sabato, proprio come successe al “suocero” Piquet nel 1983, per la prima volta prima del GP vero e proprio. Un trionfo. L’apoteosi. Il coronamento di una carriera ancora giovane che sta mantenendo tutte le smisurate promesse di un vero predestinato. Nella stagione dei record è arrivata la consacrazione. Un pilota perfetto. Velocissimo ed infallibile. Un computer che sprizza coraggio e audacia, rendendo semplici le imprese al limite del possibile. Max, che il 30 settembre ha festeggiato 26 anni, ha le carte in regola per diventare il più forte di tutti i tempi. Almeno il più vittorioso.
Alla sua età, un monumento del motorsport come Niki Lauda doveva ancora vincere il suo primo titolo. L’ex baby belga-olandese ha in canna la possibilità di far meglio di Hamilton e Schumacher, specialmente se le squadre rivali non scopriranno i segreti che il geniale Adrian Newey ha inventato nella nuova “era tecnica”. Quella iniziata nel 2022 e caratterizzata dalle monoposto ad effetto suolo che l’ingegnere britannico dipingeva già negli anni Ottanta, quando la diavoleria non era ancora vietata della Federazione. Cicli e ricicli. Accade spesso che un progettista stringa un patto d’acciaio con un driver, l’unico in grado di portare al limite un progetto avveniristico.
Verstappen è il fantino perfetto per la RB19. Una vettura velocissima ed affidabile, ma, soprattutto, plasmata sul suo immenso talento. L’orange non la doma, la indossa. Come se fosse una seconda tuta in carbonio. E con lei danza come con un’amante ideale. In un’epoca zeppa di talenti in erba forse come non mai, Max è l’unico che attualmente si può permettere di spingere sempre al limite senza rischiare l’errore. Eppure di fenomeni in circolazione ce ne sono parecchi. Senza scomodare l’Imperatore Hamilton, calcano i paddock diversi campioni in pectore: da Leclerc a Russell, da Norris a Piastri. Ragazzi molto speciali che hanno avuto la sfortuna di incontrare il killer sulla propria strada.
Verstappen finora ha in bacheca 3 titoli e 48 Gran Premi vinti, con 30 pole position in 179 gare disputate. Nessuno ha mai vinto 10 GP di fila e 15 gare in una stagione. Come nessuno ha raccolto 454 punti in un solo anno. Questi due primati sono destinati a crollare sotto i colpi devastanti di super Max che nel 2023 ha già un bottino di 13 corse e 400 punti quando ci sono ancora 6 gare da disputare. Appare difficile per un artista del volante non fare meglio. Ma quello per cui il tulipano è già entrato nella leggenda è la precocità, un asset blindato perché le nuove regole non consentono più di correre il F1 senza aver raggiunto l’età per meritarsi la patente stradale.
Verstappen è nato ad Hasselt, in Belgio, nel 1997. Dire che è un figlio d’arte è riduttivo in quanto entrambi i genitori erano maghi del controsterzo. Papà Jos era compagno di squadra di Schumi alla Benetton. Mamma Sophie era stata un’accanita pilotessa di kart, mantenendo alto l’onore della stirpe fiamminga dei Kumpen da sempre in mezzo ai motori. Quando Max aveva 11 anni i genitori si separarono, ma il ragazzo aveva già un futuro molto promettente in pista dove ad 8 anni correva con profitto nelle categorie nazionali. È cresciuto a Bree, in Belgio, ma poi resto con il papà olandese, nazione di cui già aveva la nazionalità e di cui prese anche la licenza per correre. I due facevano coppia fissa nei circuiti e Jos dedicò tutto il suo tempo per affinare le doti di Max.
Il cybertalento non fece come tutti i migliori che prima di salire su una F1 hanno conquistato i titoli nelle due formule minori (prima GP3 E GP3, poi F3 e F2): Rosberg, Hamilton, Leclerc, Russell, Piastri. Verstappen fu voluto da Helmut Marko talent scout della RB che, quando aveva festeggiato appena 17 anni, lo mandò in pista nella temibile Suzuka per le prove del GP del Giappone. Il resto è storia recente. A 17 anni, 5 mesi e 15 giorni fu il più giovane ad esordire in F1, 2 settimane più tardi il più giovane ha conquistare punti. A 18 anni, 5 mesi e 15 giorni, al suo debutto con la Red Bull, divenne il più “piccolo” a vincere un GP. In Spagna, per molti giri, respinse, senza fatica, gli assalti di un veterano come Raikkonen con la Ferrari guidando come un campione consumato.