Non è cambiato molto. Anzi. A differenza di molte gare dello scorso anno, la Red Bull non si accontenta di dominare la scena con il cannibale Max Verstappen. Nel primo GP della stagione in Bahrain, i tori austriaci hanno fatto doppietta, dando l’impressione di non scoprire tutte le loro carte che potrebbero essere un poker servito. L’astronave plasmata da Adrian Newey forse è rivoluzionaria quanto appare con la certosina disposizione degli elementi di raffreddamento per interferire il meno possibile con i flussi aerodinamici che, accarezzando la carrozzeria, si infilano sotto ai “canali venturi” che incollano la monoposto all’asfalto. Se finirà come l’anno scorso lo vedremo.
Se il buongiorno si vede dal mattino, però, non c’è molto da stare allegri. Ipotecati i primi due posti, c’è stato l’indubbio passo avanti della Ferrari che ha mantenuto le promesse fatte nei mesi invernali. Le rosse hanno preso il terzo gradino del podio, chiudendo una dietro l’altra. Con un andamento che è stato l’opposto di quello del 2023. Hanno gestito la prima parte della corsa con il pieno di benzina e le gomme soft. Sono man mano cresciuti quando la monoposto si è alleggerita ed hanno usato le gomme con fascia bianca, le hard. Quindi, il risultato è stato una gestione degli pneumatici sulla distanza sicuramente migliore, in crescendo, senza il calo, e qualche volta il crollo, del passato. Carlos ha graffiato più di Charles, andando lui a spruzzare champagne ed ha confermato in pista di essere molto determinato in questa stagione d’addio al Cavallino.
All’inizio il principino, che scattava dalla prima fila avendo ottenuto il miglior tempo assoluto senza aver centrato la pole, era secondo dietro a Max, mentre lo spagnolo aveva perso una posizione e navigava al quinto posto. Il ragazzo di Madrid risaliva in fretta superando con una grinta incredibile anche il compagno di squadra per acchiappare il primo posto dei non Red Bull e mantenerlo fino al traguardo. Il monegasco a fine gara si è molto lamentato del comportamento della sua SF-24, specialmente in frenata dove si sono bloccate spesso le ruote. A vedere come Sainz l’ha superato due volte c’è da crederci, ma Leclerc ha tenuto duro e nel finale ha ripreso Russell afflitto da problemi di surriscaldamento che gli hanno imposto di alzare il ritmo. Dietro a George quinto, si è piazzato Norris. Poi Hamilton, Piastri ed i due dell’Aston Martin, con Alonso davanti a Stroll.
Confermata la regola delle prime cinque squadre che sono davanti a tutte, con le dieci monoposto incriminate le uniche capaci di evitare il doppiaggio da parte di super Max. La cosa più sorprendente, però, è che alla prima gara dell’anno, con le vetture decisamente in rodaggio, tutti i piloti sono arrivati al traguardo, dando una dimostrazione di affidabilità incredibile. Questo fa capire perché non c’è più bisogno dei test privati in quanto gli apparati di simulazione in fabbrica sono talmente sofisticati che quando un progetto va in pista ci sono pochi segreti ancora da scoprire. Quello che sarà in grado di scrivere ancora l’olandese volante fa paura. È talmente infallibile che allungherà ancora i suoi fantastici record, andando ad acchiappare quelli che ancora gli mancano.
Venerdì ha conquistato la sua trentatreesima pole (come il suo numero prima di diventare campione del mondo). Ieri ha centrato il 55° trionfo. Abbinando partenza al palo ed il primo posto sotto la bandiera a scacchi con il giro più veloce in gara, ha messo in bacheca un altro “Hat-trick”, ovvero il dominio assoluto dell’evento per tutto il weekend. Il driver bionico, che gioca come il gatto e il topo con i rivali, a Sakhir ha centrato il suo 42° arrivo a punti consecutivo, a sole sei lunghezze dal primato assoluto del baronetto Lewis che nella sua striscia magica si è fermato a 48. Visto come vanno le cose non si vede che possa fermarlo. Anche perché, degli oltre 40 arrivi nei primi dieci, 38 sono state vittorie. Da non credere.
I ferraristi sono spaccati in due. Da una parte, decisamente soddisfatti, Sainz e Vasseur. Dall’altro, imbufalito ed esageratamente con il morale sotto i tacchi, il suddito ed amico del Principe. «Sono deluso, un problema orribile. Quando accadono certe cose non riesci proprio a guidare. Non posso essere soddisfatto di un quarto posto quando c’era il potenziale per arrivare secondo. No, Max è ancora davanti...». Realista e concreto, oltre che sorridente come al solito, Frédéric Vasseur: «Non è andata male, ma c’è ancora molto da fare. Dobbiamo lavorare, la Red Bull è ancora davanti...».