“Dopo il rallentamento della crescita nei mesi estivi, a settembre il mercato auto italiano torna a registrare un rialzo significativo (+22,8%). Con l’ingresso, oggi, nel quarto trimestre dell’anno, Anfia stima che, nell’intero 2023, il mercato possa raggiungere 1.580.000 immatricolazioni complessive (+20% circa rispetto al 2022)’. Lo afferma Roberto Vavassori, presidente di Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica), sottolineando ‘le priorità riguardano l’avanzamento del Piano Automotive 2030 insieme a Regioni, sindacati e Stellantis, e la rimodulazione degli incentivi attualmente in vigore per l’acquisto di vetture a bassissime e zero emissioni, al fine di renderli più efficaci per la diffusione delle tecnologie green’. ‘I numeri raggiunti nel mese appena concluso sono stati certamente condizionati dalle forzature legate alla chiusura del terzo trimestre e al raggiungimento degli obiettivi imposti alle reti per l’ottenimento dei premi di volume e il mantenimento delle quote di mercatò. Lo dichiara Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto, commentando i dati auto di settembre. ‘Come già stiamo assistendo da alcuni mesi, la raccolta degli ordini, soprattutto di veicoli a basse emissioni, è in contrazione poichè l’elettrificazione dei veicoli, come noto, sta incontrando molti ostacoli, fra tutti economici e infrastrutturali.
La stasi sul fronte della domanda privata green, per effetto dell’indecisione negli acquisti da parte delle famiglie, della crescita dei prezzi finali e dell’indebolimento dei redditi realì, continua De Stefani ‘sta quindi determinando una crescente corsa alle immatricolazioni degli ultimi tre giorni del mese: la pressione commerciale su molte reti di vendita sta toccando livelli di guardia. A settembre, al netto delle « auto-immatricolazioni», la consistenza del mercato reale - quello dei clienti «veri» - sarebbe stata più bassa e il tasso di crescita decisamente più modestò. Per De Stefani, ‘l’indiscussa spinta ecologica verso l’elettrico necessità di adeguati fattori abilitanti che, al contrario, al momento non procedono come dovrebbero, ponendo tra l’altro l’Italia in una posizione di continua rincorsa rispetto agli altri principali paesi in Europa e rendendo difficile il raggiungimento dei target europei in agenda nei prossimi anni.
Auspichiamo che l’intesa del Mimit con il gruppo Stellantis possa concludersi in tempi rapidi così da poter riavviare efficacemente il meccanismo degli incentivi all’acquisto di veicoli non inquinanti, di cui residua circa il 70% dei fondi nella fascia 0-20 g/Km di CO2 e il 90% sulla fascia 21-60’. Lo schema degli incentivi, conclude De Stefani, ‘va reso più aderente alla realtà del mercato, svecchiando, in modo economicamente e socialmente sostenibile, il parco circolante maggiormente obsoleto; ricordo che in Italia l’età media del parco autovetture è di 12,2 anni contro i 10,5 anni della Francia e 10,1 anni della Germanià.