TORINO - Corre Stellantis che chiude il primo semestre dell’anno con conti record: i ricavi netti sono pari a 98,4 miliardi di euro, il 12% in più dello stesso periodo del 2022, grazie soprattutto alle maggiori consegne e l’utile netto è di 10,9 miliardi di euro, in crescita del 37%. Le vendite globali di auto elettriche e di auto a basse emissioni sono in aumento, anno su anno, rispettivamente del 24% a 169 mila unità e del 28% a 315 mila unità. A Piazza Affari il titolo Stellantis chiude con +2,6%. «Oggi siamo più redditizi di Tesla, ma loro sono molto competitivi. Siamo noi l’anti Tesla, sarà una sfida entusiasmante», afferma l’amministratore delegato Carlos Tavares, fiducioso di raggiungere «entro poche settimane» l’accordo di transizione con il governo, che sancirà l’impegno di Stellantis ad aumentare la produzione in Italia «fino a un milione di veicoli, inclusi i veicoli commerciali». «Tra fine 2023 e inizio 2024 vedremo un’inversione di tendenza e la produzione in Italia tornerà a crescere. Per raggiungere questo obiettivo, però, bisogna essere in due. Dipende anche dal governo che deve sostenere le auto a bassa emissione, non possiamo fare da soli» sottolinea il manager. Proprio i risultati record fanno dire al ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, che Stellantis, quindi, «può investire di più da noi».
«L’accordo si baserà su due principi: cosa Stellantis intende fare, tanto più alla luce dei ricavi e degli utili straordinari annunciati e quello che governo e Regioni possono mettere in campo sotto forma di incentivi e accordi di sviluppo», spiega Urso dopo l’incontro con i presidenti delle Regioni sede di stabilimenti del gruppo, coordinati dal governatore del Piemonte Alberto Cirio. L’idea del ministro è di chiudere prima della pausa estiva «così da utilizzare al meglio anche le eventuali risorse aggiuntive che potrebbero giungere della rivisitazione del Pnrr». Tavares spiega che alla luce del ‘forte portafoglio ordinì si può prevedere anche un positivo secondo semestre e che il gruppo è sulla buona strada per raggiungere i target indicati per il 2023. Aiuta anche la quasi normalità raggiunta sul fronte dei chip e della logistica. Il manager esprime anche grande fiducia nella realizzazione del piano Dare Forward 2030. Niente da dire all’Unione Europea («ho già detto tanto negli anni scorsi»), ma sulla normativa Euro 7 e sull’arrivo delle auto cinesi il disappunto è evidente. «Le regole adottate dall’Unione Europea favoriscono i costruttori cinesi che hanno un 25% di vantaggio competitivo sui costi di produzione rispetto a noi occidentali» osserva Tavares. «Se continuiamo a supportare regole europee come l’Euro 7, che aggiungono complessità e costi con un risultato solo marginale sulla qualità dell’ambiente, allora dobbiamo eliminare la Panda, che in Italia è molto importante e fa parte dello stile di vita» spiega Tavares.
Per questo i suoi interlocutori non sono le istituzioni europee, ma i governi dei singoli Paesi, il ministro italiano Urso e quello francese Le Maire. L’amministratore delegato di Stellantis dice che la Panda, oggi costruita a Pomigliano, sarà prodotta in più siti senza precisare quali ed esclude l’ipotesi di quotare la Maserati «perché ci sono opportunità di business per fare crescere i suoi ricavi netti e la redditività». Procede, invece, il piano per lo spin off di Comau. «Valuteremo entro l’anno quale sia il momento giusto. I risultati migliorano ogni giorno, merito dei dipendenti e del team», dice Tavares.