Xavier Martinet è direttore Marketing e Vendite di Dacia. In passato è stato direttore generale di Renault, dunque conosce molto bene la nostra lingua e il nostro mercato.

Dacia, numeri ancora record per il primo semestre. Martinet: «Saremo ancora la miglior offerta possibile»

di Nicola Desiderio
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Dacia cresce ancora e nel primo semestre del 2023 totalizza un totale di 345.432 veicoli (dei quali meno di 3mila sono commerciali) con una crescita del 24,2% e una quota del 4,7%, lo 0,2% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Dati dunque lusinghieri ancora una volta, ma ancora più impressionanti sono i numeri del mercato retail o dei privati dove Dacia è diventata, per la prima volta, il secondo marchio in Europa con una quota dell’8,4%, in crescita netta rispetto al 7,6% raggiunto nel 2022.

Se il mercato europeo delle autovetture è cresciuto del 17,5% nel primo semestre, Dacia è cresciuta del 29,5% grazie al contributo di tutti i mercati di riferimento. La Francia continua ad essere il mercato migliore con 81.415 veicoli (+25%) raggiungendo una quota del 9,1% e confermandosi al terzo posto tra i marchi, primo tra i privati con il 16,3%. Nella top ten, ci sono tutti e quattro i modelli in gamma: Sandero 1°, Duster 4°, Spring 6° e Jogger 10°. L’Italia viene subito dopo con 47.798 unità (+26%) e una quota del 5,6%, 0,1% in più mentre nei privati diventa, per la prima volta, il marchio più venduto con il 9,7% di quota e la Sandero il modello numero uno.

La Germania viaggia con 34.682 unità con una crescita del 41% e una quota del 2,5% rispetto al 2% del primo semestre del 2022. Tra i privati, la quota è invece del 5,7% facendo di Dacia il terzo marchio grazie a tre modelli nella top 10 come Sandero 3°, Duster 4° e Joggero 10°. Anche la Spagna cresce forte (+40%) portando a 24.816 le unità vendute con una quota del 4,9% (6 punti in più), Sandero al primo posto assoluto tra i modelli e una quota sul mercato dei privati del 9,1% e il 4° posto. In Romania, Dacia fa cappotto: tutti e 5 i modelli nella top 5 delle vendite, 24.733 unità (+51%) e una quota di mercato del 33,4%. Vuol dire che un’auto acquistata su 3 è una Dacia con una crescita del 5,7% e nei privati è ancora meglio: 40,1%.

Guardando ai risultati cumulati relativi ai modelli, la Sandero ha raggiunto le 138.978 unità (+24%) che ne fa il secondo modello più venduto in Europa e il primo tra i clienti privati. Seguono la Duster con 111.891 (+13%) e la Jogger con 50.569 unità che ha superato i 100mila ordini e di queste una su quattro è la versione full-hybrid. La Spring elettrica è a quota 27.438 unità (+38%). Da notare inoltre che l’allestimento Extreme ammontano a 45mila ordini, questo vuol dire che i clienti apprezzano le versioni dotate del miglior controvalore e che funziona il nuovo posizionamento d’immagine outdoor, destinato a rafforzarsi con i nuovi modelli, con la vettura alimentata a carburante sintetico con la quale Dacia parteciperà alla Dakar nel 2025 e con il rapporto di collaborazione con il circuito UTMB World Series.

Xavier Martinet, responsabile Marketing e Vendite di Dacia (in foto), definisce buoni i risultati che dimostrano «quanto la nostra strategia sia in linea con le esigenze dei clienti». L’ex direttore generale di Renault Italia afferma che la raccolta degli ordini sta rallentando in modo generalizzato per tutti i marchi. «C’è la problematica dell’inflazione, dell’aumento dei tassi per i mutui, dell’aumento delle materie prime che si riversa inevitabilmente sui prezzi, ma anche in questi casi i nostri numeri sono migliori degli altri costruttori: abbiamo un libro ordini pieno per i prossimi 3-5 mesi». Anche la Spring sale meno del passato per la riduzione degli incentivi e l’aumento del costo dell’energia. «La Spring soddisfa a pieno i suoi clienti, con il nuovo motore e il nuovo allestimento ci aspettiamo un impatto positivo».

Martinet ha inoltre rivelato che è in fase di considerazione lo spostamento della produzione della Spring in Europa, ma che non potrà certo essere qualcosa di veloce e devono essere analizzati tutti i fattori di mercato e fiscali per prendere la giusta decisione. Quanto al posizionamento, Martinet ha ribadito che l’arma in più di Dacia rimarrà il controvalore e il prezzo. «Oggi chi compra una Dacia spende circa 18mila euro contro i 35-38mila della media europea e costiamo il 10-15% dei nostri concorrenti, dunque abbiamo ancora margini per risultare attraenti e competitivi permettendo ad accedere alla mobilità molte persone, anche per l’elettrico. La nostra intenzione è continuare a rappresentare la migliore offerta possibile e per noi ci sono ancora tante opportunità».

Martinet ha anche parlato dei prossimi prodotti, a partire dalla «nuova Duster che vedremo il prossimo anno e sarà fondamentale per noi», si è detto soddisfatto dell’andamento della Jogger ibrida, tipo di propulsione che interesserà altri modelli, e ha infine sottolineato come i clienti di Spring siano quelli più benestanti e l’acquistano come seconda terza vettura in casa, dunque con un grande tasso di conquista. Interessanti a questo proposito i numeri generali: «su 100 clienti – afferma il manager francese – 25 hanno già avuto Dacia, 15 vengono da Renault e i restanti 60 provengono da altri brand. Sta cambiando la nostra immagine: siamo sempre di più un’alternativa credibile. Le persone che comprano Dacia sono contente e lo sono anche al momento della rivendita, inoltre lo fanno sempre di più per lo stile oltre che per il prezzo. Questo è il chiaro indice di quanto il nostro brand stia crescendo, ma non cambia la nostra missione: vogliamo continuare ad essere i campioni della mobilità abbordabile».

Il francese ha anche parlato della concorrenza cinese. «Molti mi fanno questa domanda e la mia risposta è che non sono preoccupato. Penso che i costruttori cinesi stiano arrivando in modo forte, con offerte incisive e soprattutto con l’elettrico, dunque non riguarda direttamente noi. Penso comunque che tutta l’industria europea debba farsi le giuste domande senza timori. La concorrenza non ci fa paura e ci batteremo con le nostre armi e tutte le nostre risorse». Martinet ha infine ammesso che, per quanto diminuiti, permangono problemi di fornitura e ancora di più di logistica che devono essere spiegati al cliente. «Se dico al cliente che non posso consegnare la vettura perché mancano pezzi – conclude il manager – riesco ad essere credibile, ma è molto più difficile spiegargli che la vettura è pronta in un piazzale o in un porto e non riesco a spostarla. L’Italia e la Francia sono i mercati dove la situazione è più grave. Se non avessimo avuto questi problemi, lo scorso anno avremmo potuto consegnare 20mila Sandero in più».

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Giovedì 20 Luglio 2023 - Ultimo aggiornamento: 23-07-2023 18:01 | © RIPRODUZIONE RISERVATA