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«E prevista una clausola di revisione al 2026, ma sono convinto che sperare nel fatto che si torni indietro sia strategicamente un errore: tra l’altro, non e efficiente nemmeno da un punto di vista economico. Si pensi a cosa accadrebbe se a un certo punto ci dicessero »abbiamo scherzato«: molti di noi costruttori hanno gia investito miliardi, quindi il treno e gia partito. Il tema e come farlo andare avanti, non come farlo tornare in stazione». Cosi Luca De Meo, ceo di Renault, parlando di auto elettriche. Come riporta il Sole 24 Ore, per De Meo si tratta di una strada intrapresa che non prevede alcun tipo di ripensamento. «La Cina è già il primo produttore ed esportatore, come già in altri settori, che hanno delegato completamente la parte di manufacturing».
Lo afferma l’amministratore delegato di Renault Luca De Meo sottolineando che «dobbiamo lottare per mantenere la capacità produttiva in Europa, come le attività di ricerca e sviluppo, perché i cinesi sono già molto forti sul fronte dell’innovazione. Siamo in competizione e siamo qua per dimostrare che lo spostamento non sarà ineluttabile». «Il tema di fondo sul lungo periodo - argomenta il manager - è solamente lo sbilanciamento sulle tasse d’importazione: è quello di fare una strategia che permetta all’Europa di giocare con le stesse regole di americani da una parte e cinesi dall’altra e di posizionare l’industria europea dell’automobile in questa transizione».
Quanto all’indagine antidumping sulla Cina voluta dall’Ue, l’amministratore delegato di Renault Luca De Meo ritiene che sia «una strumentalizzazione». «L’Unione europea - spiega - ha tutto il diritto di fare queste cose e lo fa in tutti gli ambiti, così come lo fanno gli Stati Uniti e la Cina». «È chiaro - sottolinea - che è facile arrivare alla conclusione che siccome i tedeschi sono molto integrati nell’ecosistema cinese avrebbero meno interesse, ma credo siano delle congetture che lasciano il tempo che trovano». «Più a lungo termine - sottolinea - abbiamo bisogno di una strategia industriale sull’automobile in Europa e non è sufficiente impilare una sull’altra delle regolamentazioni, delle scadenze e delle multe per fare una strategia». «Le autorità - aggiunge il manager - anche capire che molti dei problemi che noi affrontiamo in questa transizione tagliano trasversalmente i settori e spetta alla politica coniugare automobile, energia, infrastrutture e software per creare una strategia». Questioni che «non si affrontano nel giro di 6 mesi o di un anno».
«I cinesi - afferma De Meo - sull’elettrico hanno iniziato 20 anni fa, così come la Tesla. Sono conoscenze che possiamo accogliere per creare un ecosistema qui, a patto di gestire le condizioni con cui questi nuovi player arrivano qui». «Quando siamo andati in Cina - conclude - ci sono state delle condizioni da rispettare e noi abbiamo tutta la legittimità per pretendere che quando qualcuno arriva nell’arena europea debba rispettare qualche regola del gioco. Anche se il protezionismo sul lungo termine non basta e genera inefficienza».