NEW YORK - Lo sciopero dei metalmeccanici americani dilaga con 40.000 dipendenti di General Motors, Ford e Stellantis con le braccia incrociate. In una escalation alla sesta settimana di stop, il United Auto Workers ha ‘fermatò anche l’impianto Stellantis di Sterling Height, vicino Detroit e dove viene prodotto uno dei veicoli più redditizi della società, il Ram 1500. L’annuncio è arrivato a sorpresa ai 6.800 dipendenti dello stabilimento che, secondo i dati del Wall Street Journal, ha prodotto nei primi nove mesi dell’anno 221.500 pickup, circa il 27% della totale produzione americana della casa automobilistica guidata da Carlos Tavares. «Stellantis ha la peggiore proposta sul tavolo per quanto riguarda la progressione dei salari, i compensi dei lavoratori a tempo determinato, gli aggiustamenti al costo della vita e altro», ha spiegato il Uaw annunciando lo stop di Sterling Heights. Eppure nei giorni scorsi qualcosa sembrava muoversi per una soluzione della disputa e una ripresa dell’attività.
Il presidente del Uaw Shawn Fain aveva infatti lasciato sperare in un’intesa vicina per le tre case automobilistiche, mettendo comunque in guardia sulla possibilità di nuovi blocchi prima del taglio del traguardo. «Abbiamo ancora carte da giocarci e loro soldi da spendere. Questa è la parte più dura dello sciopero, quella poco prima di un accordo quando è necessaria una spinta aggressiva per l’ultimo miglio», aveva spiegato Fain secondo il quale, nonostante i progressi delle case automobilistiche nell’andare incontro alle richieste avanzate, non è ancora opportuno mollare perché è possibile spuntare qualcosa in più. Con il suo pugno duro il Uaw si augura di acquisire nuovi membri fra i dipendenti dell’industria automobilistica, soprattutto in casa di quei costruttori non sindacalizzati, quali Toyota, Honda e Tesla.
Pur non avendo alcun ruolo nello sciopero i dipendenti di questi tre case automobilistiche occupano un ruolo importante nella trattativa per il rinnovo del contrattato di lavoro di Gm, Ford e Stellantis. Il sindacato vuole conquistarli, mentre le casa automobilistiche di Detroit li portano a esempio per descrivere i loro svantaggi e la minaccia competitiva che rappresentano in quanto meno costosi per le loro aziende. «Non saremo usati in questa competizione - ha tagliato corto Fain -. I dipendenti» del settore «non sindacalizzati non sono il nemico, sono la nostra futura famiglia».