Non c’è bisogno di finire all’inferno per “riveder le stelle” come scriveva il sommo Dante nell’ultimo verso del suo capolavoro. Nel cuore dell’innovazione 4.0, versante automotive, è spuntata una nuova Stella Polare, quella che si pone come obiettivo di indicare la (sua) strada in direzione dell’era carbon neutral, più o meno prossima.
A sei anni dal suo debutto ufficiale sul mercato con la Polestar 1 (anche se la nascita del brand viene datata 1996) e a un anno dallo sbarco fisico di Polestar in Italia, questo marchio con anima e spirito svedese (Volvo), e corpo e sostanza cinese (Geely) sta sfornando tante altre piccole stelle, rigorosamente elettriche e altrettanto rigorosamente capaci di garantire performance superiori. Al Polestar Day di inizio novembre a Los Angeles la Casa cinosvedese ha infatti mostrato a un selezionato pubblico di clienti e investitori l’intera produzione già pianificata per i prossimi anni che affiancherà la Polestar 2 (autonomia fino a 655 km). Quella in arrivo tra pochi mesi, cioè i primi due Suv del costruttore, Polestar 3 (autonomia fino a 610 km) e Polestar 4. E quelli che verranno lanciati più avanti: da Polestar 5, una GT elettrica e Polestar Precept o Polestar 6, il concept di un roadster elettrico e Polestar Synergy, supercar nato dalla fantasia del vincitore di un contest di design. Ma i modelli, la gamma rappresentano solo la punta dell’iceberg che Polestar sta costruendo nella sua velocissima corsa all’innovazione ad alte performance.
A Los Angeles, infatti, non è mancato il supporto dei partner strategici che da sempre accompagnano Polestar tra cui Bcomp, Goteborg Energi, Luminar, Mobileye e StoreDot. Partner che stanno consentendo a Polestar di mettere a punto un autentico ecosistema a disposizione dei clienti della “Stella Polare”.
Così, mentre nella fabbrica di Hangzhou Bay di proprietà Geely - alimentata da energia rinnovabile combinata con l’energia fotovoltaica generata sul tetto dello stabilimento - è stata avviata la produzione di Polestar 4 (che verrà rinforzata da quello coreano di Busan), la Corporation sta portando avanti numerosi progetti pilota.
A cominciare da quello che prevede la realizzazione di una Centrale Elettrica Virtuale per lo sviluppo della tecnologia vehicle-to-grid con Polestar 3. Passando per l’unione di Mobileye e Luminar per portare il Lidar su Polestar 4, e consentire così l’abilitazione della funzionalità di guida autonoma Mobileye Chaffeur. Questo senza dimenticare la collaborazione tra Polestar e StoreDot per la realizzazione di una tecnologia di ricarica estremanente veloce su Polestar 5 entro il 2024. Sulla stessa falsariga, è ancora più recente l’accordo tra Polestar e il produttore di batterie sudcoreano SK On per la fornitura di moduli e celle innovative ultralarghe (56 centimetri) ad alta densità energetica sulla GT elettrica Polestar 5.
Un’offensiva globale che sul territorio italiano si esprime con una strategia chiara, per quanto progressiva. Un anno fa, infatti ha aperto a Milano il primo Polestar Space, in via Fantoli: 300 metri quadrati, un concentrato di innovazione, un concetto rivoluzionario nella vendita di auto. Un format che sta già dando ottimi risultati e che non a caso verrà replicato entro fine novembre anche a Roma con uno spazio analogo. I Polestar Space, già presenti in tutto il mondo, sono punti vendita al dettaglio che si discostano dal concetto tradizionale di concessionaria per diventare luoghi centrati sul veicolo e sulla mobilità elettrica. Globalmente sono già 150 i Polestar Space attivi e intendono offrire al cliente un’esperienza di alto livello, moderna. Tutto coerente al modello di business digital-first di Polestar, in cui i veicoli vengono acquistati online. I Polestar Space si distinguono per il loro design minimalista, un’interattività digitale perfetta e la presenza di Polestar specialist, senza provvigione e obiettivi di vendita, che forniscono consulenze in loco sui veicoli e sul tema della mobilità elettrica. I clienti controllano l’intero processo, dalla consulenza iniziale al test drive e, se lo desiderano, alla consegna del modello Polestar che scelgono. No, più che l’Inferno qui sembra tutto pronto per sbarcare nel Paradiso elettrico, sempre ammesso che sia tale.