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SAN PAOLO – Le prossime settimane saranno decisive per capire cosa accadrà nell'undicesima stagione di Formula E. Non tanto dal punto di vista tecnico, perché è già noto che le evolute monoposto Gen3 disporranno della trazione integrale, che potrà venire impiegata solo parzialmente, e che ci saranno novità anche suL fronte degli pneumatici, ancora forniti dalla Hankook. Quanto, piuttosto, dal punto di vista agonistico perché c'è sempre un posto vacante (11 team su 12 possibili) e c'è una squadra senza macchina. La rescissione anticipata del contratto fra Abt Cupra e Mahindra impone alla scuderia tedesca di individuare un nuovo costruttore cui appoggiarsi. Porsche, che pure ha confermato di essersi confrontata con la squadra, ha confermato che la prossima stagione avrà un solo team cliente.
Poiché il mercato americano è di enorme rilevanza per il marchio premium di Zuffenhausen, è da escludere che venga interrotta la collaborazione con la Andretti, che con Jake Dennis al volante della Porsche 99X Electric ha comunque vinto il titolo mondiale individuale nel 2023. È anche difficile (anche se non impossibile) immaginare che la Abt Cupra si possa rivolgere alla cinese Ert, la sola azienda del circuito che non ha squadre clienti. È iptizzabile che la scuderia si possa rivolgere alla britannica Lola, che ha ingaggiato Marc Preston, ex Techeetah, per occuparsi del motorsport. Forse proprio in Giappone, dove il prossimo 30 marzo la Formula E arriva per la prima volta con uno storico EPrix che si correrà a Tokyo, verranno ufficializzate le intenzioni del solo costruttore già “certificato” che non si è ancora affacciato al campionato, Lola appunto.
Il progetto dell'azienda include la Yamaha, la gloriosa azienda nipponica da sempre impegnata nel motorsport che sta lavorando all'elettrificzione: le indiscrezioni danno la Abt molto vicina all'intesa. Resta da capire come si possano far combaciare gli interessi dal costruttore giapponese con quelli del marchio automobilistico spagnolo del gruppo Volkswagen, attualmente solo sponsor, seppur molto motivato. L'altro interrogativo riguarda l'opportunità di entrare in un campionato in cui i margini di manovra sono contenuti: ancora per due anni si gareggia con le monoposto Gen 3. Nei prossimi mesi dovranno cominciare ad arrivare i primi impegni vincolanti per la Gen4, che entrerà in servizio con il 2027 e alla quale i costruttori intendono dedicarsi sul fronte dello sviluppo, almeno per quanto è concesso dalle norme.
Si tratta di una scadenza significativa, perché non è escluso che alcuni marchi possano lasciare il mondiale elettrico, che ne arrivino di nuovi o, addirittura, che ci possano essere dei clamorosi rientri grazie ai nuovi regolamenti della Formula 1 che prevedono l'incremento a 350 kWh della potenza delle unità elettriche impiegate nella propulsione ibrida, la stessa di quelle utilizzate in Formula E. Con il tetto ai posti diventerebbero ipotizzabili delle economie di scala. Un nome nuovo che circola con una certa insistenza e che potrebbe debuttare nel mondiale elettrico è quello della cinese Byd, che si era ritagliata un grande spazio a inizio anno, in occasione dell'ePrix inaugurale di Città del Messico. Soprattutto, però, la Byd ha spedito il suo numero due a San Paolo per incontrare il cofondatore e Chief Operating Officer della Formula E Alberto Longo.
Tra le ipotesi che circolano c'è la sponsorizzazione di qualche evento, ad esempio di quello di Shanghai, verso fine maggio. L'azienda della Repubblica Popolare sta lanciando un'offensiva di prodotto in grande stile e la vetrina planetaria garantisce visibilità in Europa e negli Stati Uniti, due mercati strategici. Tra i (molti) nodi da sciogliere non c'è solo la tempistica: se perfino prima dell'avvento della Gen4, magari anche rilevando le attività della Ert. Il nome della Hyundai circola sempre, anche se il colosso coreano – che pure ha “esplorato” da vicino il campionato attraverso alcuni emissari – non ha mai lasciato intendere di essere interessato ad una partecipazione. Tuttavia Seul è già comparsa nel calendario e pare destinata a rientrarci: finora la Formula E ha sempre corso nelle nazioni da cui arrivano le scuderie o dove si trovano i costruttori.