L’astuzia al volante, oltre al coraggio e ai nervi saldi, è tutto. E questo gli avversari di Piero Taruffi, l’ultimo leggendario vincitore della Mille Miglia del 1957, lo sapevano bene. Lo ammiravano, cercando di carpire i suoi segreti. E lo temevano, perché trovarsi il Taruffi alle calcagna non era mai cosa buona. Ingegnere acutissimo si inventò il circuito di Vallelunga, e nel garage della sua casa romana di via Crescenzio - dove sono cresciuti i figli Prisca e Paolo - progettò un veicolo avveniristico con cui si aggiudicò una ventina di record superando il muro dei 300 orari. Lo chiamò Bisiluro perché era appunto composto da due scafi, uno per il propulsore e l’altro per il pilota, ciascuno con una sezione frontale ridotta e quindi con una resistenza all’aria di gran lunga inferiore rispetto a quella di qualsiasi altra automobile.
Per via dei suoi capelli grigi e della furbizia che puntualmente applicava in gara fu soprannominato la Volpe Argentata, e ancora oggi tutti lo ricordano così. Sua figlia Prisca, più volte campionessa di rally, porta avanti da sempre la memoria di papà Piero, scrivendo libri sul rapporto con un genitore tanto illustre (Doppietta e Punta Tacco, La mia vita con la Volpe Argentata, Ed. Minerva, 2022) e organizzando manifestazioni come quella che domenica 25 giugno si è svolta al Parco di Roma Golf Club, immancabilmente intitolata “Volpe Argentata Invitational”.
Una faticaccia, come spesso accade in questi casi …
Si, una faticaccia ma anche un grande soddisfazione, che non sarei mai riuscita a ottenere se non avessi avuto l’aiuto dei miei amici di WinGolf, di cui faccio parte da diversi anni. Abbiamo lavorato dalla mattina alla sera per mesi. Organizzare una ProAm di Golf con oltre 40 squadre e una esposizione di auto storiche nello stesso giorno non è cosa da poco, ma alla fine è andato tutto liscio. Un evento unico nel suo genere nel cuore di Roma che sicuramente si ripeterà anche l’anno prossimo.
Come mai ha deciso di organizzare questa quinta edizione a Roma?
Erano parecchi anni che l’idea mi balenava in mente . Poi c’è un “colpevole” in tutta questa vicenda, il mio caro amico Pietro Gasbarra, presidente del Parco di Roma Golf Club dove sono socia da parecchi anni. E’ lui che mi ha convinta a organizzare qui la manifestazione, con la complicità amichevole di Ugo Farina, uno dei soci sempre di WinGolf. E sono contenta di averlo fatto: sia perché la struttura si è dimostrata perfetta per accogliere un evento di questo livello, e sia perché Roma è la città dove mio padre ha fondato una tradizione motoristica che ancora oggi conservata certa vivacità.
Cioè …?
Anzitutto mio padre ha contribuito al primo progetto dell'autodromo di Vallelunga, che gli è stato intitolato per il centenario della nascita, e poi ha fondato una scuola di pilotaggio di cui è stato per diversi anni direttore tecnico e sportivo. Senza dimenticare che a Roma, nel garage di casa nostra, progettò il suo Bisiluro …
Quello stesso Bisiluro che in scala ridotta è stato consegnato come premio nelle mani dei quattro vincitori della Volpe Argentata Exhibition?
Esattamente. Si tratta di una scultura realizzata in argento palladio grazie al contributo di amici che mi vogliono bene, come Sara Assicurazioni, San Paolo Invest e ReMax, che hanno anche partecipato attivamente a tutta l’organizzazione dell’evento.
Quante auto hanno preso parte alla Exhibition?
In tutto 32, bellissime e perfettamente funzionanti. I premi invece erano solo quattro, ognuno per una categoria diversa. Le auto che hanno vinto sono state la Lagonda M45 T8 Tourer 4500 cc, di proprietà di Giulio Romanazzi Carducci, nella categoria Best Show; la Ferrari 275 GTB 3300 cc del 1966 di proprietà di Valentino Orsolini Cencelli nella categoria Icona di Stile; la Fiat Balilla 995 cc del 1932 di proprietà di Claudio Carrafelli come Auto più votata dal pubblico e infine la Cisitalia 202 1090 cc del 1948 di proprietà di Andrea Bona come Auto sportiva.
Durante la premiazione finale molti hanno notato nei suoi occhi un velo di commozione di fronte alle immagini di suo padre …
Come figlia sento di avere una missione nella mia vita: quella di mantenere viva la memoria storica di mio padre. Non oso pensare alla mia reazione quando vedrò per la prima volta il film dedicato a Enzo Ferrari (nella sale cinematografiche dopo l’estate, ndr), nel quale ci sarà spazio anche per la figura di Piero Taruffi, impersonato dall’attore Patrick Dempsey. Spero solo di ricordarmi di portarmi un fazzoletto da casa.