FE, la Kiro Race punta su Ticktum e Bekmann. Il britannico e il tedesco al via nella Stagione 11 con il powertrain Porsche
Porsche, attacco a tre punte: Macan, Panamera e 911. Il Suv EV è nuovo, l'ammiraglia termica ha performance top, il mito torna come GT3
Porsche, attacco a tre punte: Macan, Panamera e 911. Il Suv EV è nuovo, l'ammiraglia termica ha performance top, il mito torna come GT3
GINEVRA – Porsche è proiettata nel futuro. Entro l'anno arriva la prima elettrica, la sportiva Taycan, seguita a breve distanza dalla sua declinazione più “life style” Cross Turismo. Poi toccherà alla Macan destinata a diventare solo a zero emissioni. Sui tempi, però, non si sbilancia nemmeno Detlev von Platen, il numero uno delle vendite del costruttore di Zuffenhausen.
«Abbiamo un grande passo davanti a noi – taglia corto – E con la Taycan scriviamo un nuovo capitolo della nostra storia. Solo che a Porsche non basta realizzare una vettura elettrica: Porsche vuole che si inserisca nella mobilità del futuro».
Ma volete che una Porsche, anche se elettrica o ibrida plug-in, resti sempre una Porsche.
«Naturalmente. E ogni volta che scendo da un prototipo della Taycan sono sollevato perché risponde come deve rispondere una Porsche. E, guardi, lo dice uno che è un grandissimo fan della 911».
Ai clienti dovete e volete fornire anche altre certezze.
«Dobbiamo assicurare che possano muoversi senza problemi, come hanno sempre fatto. E questo significa non solo autonomia, ma anche ricarica. Però, me lo lasci dire, almeno per quanto riguarda la ricarica, si tratta di un tema generale, che riguarda l'industria dell'auto, ma non solo».
Si riferisce alla politica?
«Evitiamo fraintendimenti: non sto auspicando sovvenzioni all'acquisto, che non fanno parte del modo di pensare di Porsche. Ma l'infrastruttura di ricarica è indispensabile per ragionare sulla mobilità elettrica. Noi sviluppiamo e produciamo auto che hanno una certa vocazione».
Un costruttore ha annunciato che limiterà la velocità a 180 km/h: cosa ne pensa?
«Capisco la logica di questo annuncio. Ma mi consenta di dire una cosa: le nostre auto possono andare veloci, ma non necessariamente devono andare veloci. Sono auto adatte anche all'uso quotidiano».
Quindi il dibattito tedesco sull'introduzione dei limiti di velocità sulle autostrade non vi preoccupa?
«Seguiamo la discussione, ma si tratta di capire cosa si vuole raggiungere. Le norme in vigore in Germania hanno anche permesso all'industria dell'auto di accumulare competenze e guadagnare credibilità: insomma, di costruire macchine affidabili».
Non trova ipocrite le scelte politiche che hanno “condannato” il diesel e privilegiato la soluzione elettrica malgrado il bilancio ambientale non sia così "chiaro"?
«Sono ipocrite se nell'analisi vengono considerate solo le auto nuove e non, ad esempio, le emissioni di 250 milioni di veicoli che circolano in Europa. E sono ipocrite se consideriamo l'intero ciclo produttivo delle auto, perché per quelle elettriche i dati incidono negativamente».
Quindi?
«Se il problema sono le CO2 allora bisogna preoccuparsi di tutti i veicoli. E penso, ad esempio, ai carburanti sintetici. Le auto nuove sono solo una parte del problema».