Un tecnico Michelin a lavoro per preparare le gomme per la gara

Pneumatici: sicurezza, durata, affidabilità
il Bibendum Michelin domina a Le Mans

di Nicola Desiderio
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LE MANS - C’è un marchio che vince alla 24 Ore di Le Mans ininterrottamente da 15 anni. Si chiama Michelin, anche quest’anno equipaggia con i propri pneumatici la stragrande maggioranza delle vetture in gara e ha sposato in pieno la filosofia dell’Automobile de l’Ouest: favorire lo sviluppo di uno sport che contribuisce al progresso della mobilità.


La sfida quest’anno è ancora più impegnativa perché il regolamento per la classe regina LM P1 impone coperture più strette, di 5 cm quelle anteriori e di 6 cm le posteriori, e di misura identica: 31/71-18 dove i primi due numeri esprimono in centimetri rispettivamente la larghezza e il diametro esterno mentre l’ultimo è il diametro del cerchio in pollici. E tutto senza rinunciare ovviamente alle prestazioni, alla costanza di rendimento e alla durata. Quest’ultima è l’aspetto fondamentale per le gare di durata e dal 1998 è addirittura triplicata tanto che il numero delle coperture portate da Michelin a Le Mans è passato da 9 mila del 2008 a meno di 6 mila.

L’obiettivo della casa francese per questa edizione è far correre le LMP1 per 4 “stint” senza sostituire i pneumatici, quasi mille km a una media vicina ai 240 km/h con bolidi che si avvicinano ai 1.000 cv e pesano quasi 900 kg. Un pneumatico da gara è formato da 150 componenti, deve essere in grado di sopportare 120 volte il peso delle vettura e sollecitazioni pari a oltre 6.500 compressioni ogni giro, i 3G di accelerazione trasversale alle curve Porsche e i 3,5 G in frenata alla fine del rettilineo dell’Heunadiéres.

Sei i tipi previsti: tre slick (soft a bassa temperatura, soft ad alta temperatura e medium), due da bagnato (Wet e full wet) e quella definita ibrida perché, pur essendo liscia, riesce ad offrire la necessaria aderenza anche su pista umida e con diverse temperature, proprio quello che serve agli automobilisti di tutti i giorni per viaggiare sicuri. Ecco perché Michelin, al motto di “Total Performance”, ha scelto le gare di durata per sperimentare le soluzioni che renderanno gli pneumatici di serie di domani più aderenti, durevoli e sicuri sul bagnato.

Del resto la 24 Ore di Le Mans è stata da sempre il banco di prova delle tecnologie stradali, come i freni a disco che nel 1953 resero invincibile la Jaguar C-Type o altre innovazioni come i fari a Led e Laser e i retrovisori sostituiti da telecamere. Protagonista dell’innovazione è sicuramente Bosch – azienda numero uno per la fornitura di componenti – che sul circuito francese ha messo a punto l’iniezione diretta per i motori a benzina, successivamente ha affinato l’impianto common rail – nel 2013 siamo arrivati a 2.800 bar – per i motori diesel e ora sta studiando l’elettrificazione, la leva tecnologica principale per raggiungere i traguardi di efficienza sempre più ambiziosi fissati dalla FIA per le gare di durata. Questo rende la 24 Ore di Le Mans la migliore palestra per rendere le auto di serie prossime venture più prestanti, più rispettose dell’ambiente e più sicure.

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Giovedì 12 Giugno 2014 - Ultimo aggiornamento: 13-06-2017 15:09 | © RIPRODUZIONE RISERVATA