Il Mondiale MotoGP 2024 si preannuncia, ancor più del precedente, terra di conquista delle Ducati. Se tre giorni di test non bastano ad emettere una sentenza definitiva, ci sono però tutti gli indizi di un’altra stagione dominata dalle Desmosedici grazie ad un ‘pacchettò di evoluzioni promosso dai piloti, a cominciare dalla nuova carena. Sul circuito di Sepang, dopo gli exploit di Jorge Martin ed Enea Bastianini, la chiusura col botto non poteva che spettare a Francesco Bagnaia. Il campione del mondo in carica ha ristabilito le gerarchie firmando il miglior crono dell’ultima giornata, che poi è anche il nuovo giro veloce del tracciato, in 1’56«682.
Significa aver limato mezzo secondo al tempo di ieri di Bastianini. Ma soprattutto aver tolto oltre 8 decimi alla sua stessa pole dello scorso anno a Sepang (1’57»491). «Molte delle novità che abbiamo provato hanno funzionato. Sul motore qualcosa si può ancora migliorare - il suo commento - ma la nuova moto in generale mi piace molto, soprattutto in frenata». E alle spalle di Pecco la musica non cambia: Martin (Ducati Pramac), Bastianini (Ducati ufficiale) e Alex Marquez (Ducati Gresini) sono gli altri scesi sotto il muro dell’1’57 e completano il poker di Borgo Panigale. «Quest’anno ci sarà da divertirsi, non sarà solo una lotta a tre tra me, Pecco e Martin» è la previsione di Bastianini, che vede nell’erogazione «l’unico punto su cui lavorare». Per il resto la versione 2024 «sembra molto buona».
Per trovare la prima moto fuori dal coro - ma pur sempre italiana - bisogna scendere al quinto posto, con l’Aprilia di Aleix Espargaró. Sesto è Marc Marquez (+0.588 millesimi) con la seconda Ducati del team Gresini, migliorato sensibilmente rispetto ai primi due giorni. Settimo Fabio Di Giannantonio (il migliore nella simulazione della Sprint Race, +0.661), altro centauro in sella a Ducati. Il rookie Pedro Acosta (KTM), Joan Mir (Honda) e Brad Binder (KTM) chiudono l’elenco dei migliori 10. Undicesimo Fabio Quartararo con la Yamaha. Non proprio soddisfatto il francese: «Siamo ancora lontani, soprattutto sul time attack. Dobbiamo fare uno step su grip ed elettronica per progredire sul tempo. Il motore nuovo? La potenza c’è, dobbiamo riuscire a utilizzarla al meglio». Luca Marini, quest’anno portacolori della Honda factory, ha chiuso 19mo (+1«344). »La moto è migliorata tanto in questi ultimi giorni, Mir ha fatto un ottimo tempo. Ma Honda è molto diversa da guidare rispetto alla Ducati - ha spiegato - Mi devo ancora adattare e dobbiamo lavorare: non riesco a far girare bene la moto nella fase di inserimento. Però abbiamo capito la direzione in cui andare e in Qatar proveremo nuove cose«. Per conferme e smentite appuntamento ai due giorni di test in Qatar (19-20 febbraio), dall’8 al 10 marzo teatro del primo GP della stagione.