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ALULA – Come nel 2020. A due tappe dalla fine, alla Dakar si profila lo stesso epilogo di 4 anni fa, quando l'americano Ricky Brabec si impose nel rally raid in sella a una Honda. Il costruttore giapponese avrebbe poi vinto anche l'anno successivo con Kevin Benavides, che si sarebbe poi ripetuto nel 2023, ma con la Ktm. Oggi il 33enne centauro californiano è stato il più veloce nella terzultima tappa, dominata ancora da Honda, che come ieri ha piazzato tre moto sul podio. Le altre due sono di José Ignacio Cornejo Florimo, secondo per appena 2'', e di Adrian van Beveren, terzo a 20''.
Daniel Sanders (GasGas) è rimasto ai piedi del podio per 27'' seguito dall'indiano della Sherco Harith Noah (1'55'') e dal primo dei due fratelli Benavides, Luciano (Husqvarna), sesto, appena una quarantina di secondi dietro a Noah. Ross Branch, il pilota del Botswana che si gioca il podio per conto della Hero, ha chiuso settimo, con un ritardo di 3'45'' da Branch. Tommaso Montanari (Fantic) è arrivato al traguardo con il 20° tempo, primo degli italiani.
Nella generale sempre meno virtuale, Brabec ha consolidato il primato: guida la Dakar 2024, la quinta che si corre in Arabia Saudita, con 10'54'' di vantaggio su Branch, il cui secondo posto è insidiato da vicino sia da van Beveren, che gli rende solo 50'', sia da Cornejo Florimo, a meno di 4 minuti. Kevin Benavides è lontano e viaggia a circa 21 minuti dal podio. Con la Ktm della Dakar 4 Dakar, il toscano Gioele Meoni, figlio di Fabrizio, l'ultimo italiano a vincere la Dakar e tragicamente scomparso proprio durante l'edizione del 2005, è 49° e primo “azzurro” dopo il ritiro forzato di Paolo Lucci e i problemi avuti da Montanari nei giorni scorsi.
Con il suo Yamaha, Manuel Andujar ha fatto registrare il miglior crono nella frazione riservata ai quad. L'argentino è così tornato ad allungare su Alexandre Giroud, che oggi ha perso quasi 160 preziosissimi secondi. Nella graduatoria provvisoria Andujar ha riportato a poco meno di 9 minuti il suo vantaggio sul vincitore delle ultime due edizioni: non sono una garanzia per il successo, ma rappresentano una discreta ipoteca. Il terzo, lo slovacco Juraj Varga, ha 3 ore 24'22'' di ritardo dalla vetta, ma anche oltre due e mezzo di vantaggio sul quarto. Domani, penultima tappa, sono in programma 480 chilometri contro il tempo e 107 di trasferimenti.