VALENCIA – Simulazione senza carica e gara (quasi) senza partecipanti. L'ultima mattina di test in vista della decima stagione della Formula E sul circuito Ricardo Tormo di Valencia è cominciata presto con la prova di una gara, che è tuttavia scattata dai box con una partenza “volante” dietro alla Safety Car, che le monoposto Gen 3 hanno seguito per due giri. In coda ce n'erano solo 21 (su 22), perché una Mahindra non ha potuto prendere il via, come non aveva del resto fatto nemmeno ieri, per via delle conseguenze legate allo spegnimento dell'incendio di martedì. Al volante della macchina indiana c'era Nyck de Vries, mentre Edoardo Mortara si è concentrato su altro: «Speriamo di poter recuperare quello che non siamo riusciti a testare qui», ha dichiarato il pilota svizzero con passaporto italiano. Il costruttore non ha alcuna responsabilità sullo stato della macchina e dovrebbe poter beneficiare i test "compensativi".
Dopo appena un giro il numero delle monoposto è sceso di un'altra unità perché Jehan Daruvala, il debuttante della Maserati, è rientrato ai box dove è rimasto fermo per diverso tempo. Alla tornata successiva è stato seguito anche dal brasiliano Sergio Sette Camara (Ert, ex Nio 333). In testa alla corsa, con uno schieramento assolutamente casuale (le Jaguar Tcs erano davanti perché il box è il più vicino al semaforo per il via libera all'accesso alla pista), si è insediato subito Mitch Evans, uno dei due neozelandesi della casa britannica e il più veloce sia martedì sia giovedì.
Al comando si sono poi alternati Jake Dennis, il campione del mondo in carica al volante della Porsche 99x Electric della Andretti, il nuovo compagno di squadra Norman Nato, i due piloti della stessa Tag Heuer Porsche Antonio Felix da Costa e Pascal Wehrlein e il giovane della Nissan Sacha Fenestraz. Più che i tempi, tuttavia, per le squadre contava la raccolta dei dati. Che è proseguita con la simulazione del pit stop per la ricarica rapida (600 kW, il doppio di quella massima delle elettriche stradali), che verrà introdotta nel corso del campionato per movimentare le gare.
La sosta minima era di 33'' (4 kWh di rifornimento in mezzo minuto) ai quali vanno sommati i 25 per il transito dai box. Solo che non c'è stata alcuna rigenerazione perché i dispostivi a Valencia erano solo 8 (forse anche uno in meno dopo il rogo dell'altro giorno), quindi non a sufficienza per tutte e 11 le scuderie. È stata sperimentata la sosta, ma l'energia suppletiva è stata semplicemente “liberata” con l'elettronica: il test, insomma, ha riguardato le sole procedure.
Al finto ePrix non è stata fatta nemmeno mancare l'esercitazione di una Full Course Yellow, anche se qualche minuto più tardi Oliver Rowland (Nissan) è rimasto fermo alla curva 8 e la Porsche Cayenne, la Safety Car, ha dovuto fare il proprio ingresso in pista, anche se non guidata da Bruno Correia. La simulazione della gara è terminata come era cominciata, ossia dietro alla vettura di sicurezza, ma con Robin Frijns (Envision) in testa davanti a da Costa e a Jean Eric Vergne (Ds Penske). Dopo 27 giri, il traguardo virtuale è stato peraltro tagliato da appena 7 piloti: Wehrlein, Stoffel Vandoorne (Ds Penske), de Vries e Dan Ticktum (Ert).