Fernando Alonso

La sorprendente crisi della Aston Martin, passata da anti Red Bull a comprimaria

di Massimo Costa
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Il primo avviso era arrivato nel GP di Spagna. La Aston Martin-Mercedes, nella tana di Fernando Alonso (il circuito di Montmelò), aveva inaspettatamente mancato il colpo. Soltanto ottavo in qualifica lo spagnolo, addirittura battuto da Lance Stroll, quinto. Poi, un Gran Premio opaco per entrambi, concluso rispettivamente al sesto e settimo posto. Un crollo che aveva sorpreso considerando che Alonso, nei precedenti sei Gran Premi, aveva infilato cinque podi e un quarto posto. Ma si era pensato a una battuta di arresto casuale, può capitare si era detto. Tanto che, nell’appuntamento successivo di Montreal, la Verdona era tornata grande protagonista. Alonso ini prima fila col secondo tempo e poi secondo in gara, Stroll soltanto nono e disperso in qualifica.

ll ritorno in Europa però, è stato a dir poco devastante. La Aston Martin è rimasta lontanissima da quel podio al quale si era abituata a frequentare. In Austria, è arrivato il secondo avviso, con Alonso settimo in qualifica, quinto nella Sprint, preceduto da Stroll, quinto nella gara vera. Ma dietro alla Ferrari e alla McLaren. “Dobbiamo capire perché”, aveva detto sconsolato Fernando. Poi, sul circuito di casa della squadra, Silverstone che è posto proprio difronte alla sede Aston Martin, è andata ancora peggio (terzo e ultimo avviso) con Alonso nono in qualifica e settimo in gara, e con Stroll neanche entrato nel Q3 e fuori dai punti. Davanti a loro la Mercedes e una McLaren rigenerata come mai prima.

La parola giusta è questa: sviluppi. Che alla AMR23 non sono stati abbastanza soddisfacenti, piccole cose non all’altezza di quanto messo in campo dagli avversari. Come mai? Cosa non ha funzionato nella programmazione tecnica della stagione? A Budapest, ancora un passetto indietro. Nono posto finale in gara per Alonso, peggior risultato del 2023, Stroll decimo. Il divario tra Verstappen ed Alonso è stato di 1’15”, quello dalla McLaren di Norris 42”, dalla Mercedes di Hamilton 36”. Il quarto avviso è dunque una sentenza: la Aston Martin è in caduta libera. Nelle ultime tre gare ha raccolto 30 punti. Le sue rivali? Mercedes 56 punti, Ferrari 45 punti, McLaren 70 punti.

Seconda nel campionato costruttori per i primi sei appuntamenti, fino a Montecarlo, dalla Spagna il team di Lawrence Stroll è scivolato terzo dietro alla Mercedes che vive di alti e bassi. Dal meno 3 di Spielberg si è passati al meno 39 del dopo Budapest, con la claudicante Ferrari che si è portata a meno 17 arrivando a mettere in discussione la terza posizione della Aston Martin. Che ci sia del nervosismo lo si è capito sabato dopo la qualifica, quando Alonso, finito dietro anche alle due Sauber Alfa Romeo-Ferrari ha ritenuto che la debacle fosse dovuta al nuovo regolamento relativo ai set di gomme da utilizzare (11 anziché 13) e al format della qualifica (gomme hard nel Q1, medie nel Q2, soft nel Q3) introdotto a Budapest. Oltre alla spalla delle gomme Pirelli, variata a partire dal GP di Silverstone.

Una spiegazione a dir la verità tipicamente alla Alonso, che quando le cose vanno male cerca di aggrapparsi a qualcosa che non c’è, agitando complotti inesistenti, gettando fumo negli occhi, facendo finta di non vedere che la crisi Aston Martin era già ben presente in Austria e Gran Bretagna, dove il regolamento, secondo lui penalizzante per la sua monoposto, relativo agli pneumatici non c’era.

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Mercoledì 26 Luglio 2023 - Ultimo aggiornamento: 29-07-2023 11:27 | © RIPRODUZIONE RISERVATA