Audi, Qatar Investment Authority si allea con i Quattro Anelli per l'avventura in F1 dal 2026
Audi, tecnologia al top. I Quattro Anelli lanciano due piattaforme, la PPE elettrica e la PPC che è il massimo della termica
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SHUBAYTAH – Sébastien Loeb “risorge” tra le dune, ma il più grande deserto di sabbia del mondo incorona le Audi elettriche ad autonomia estesa, perché Carlos Sainz e Mattias Ekström guadagnano i primi due posti della classifica generale provvisoria dopo la tappa “spalmata” su due giorni che ha anticipa il riposo di sabato a Riad. Al volante dell'Hunter della Prodrive con le insegne del Bahrain Raid Xtreme il “cannibale” del rally ha preceduto i rivali con la Rs Q e-tron di 2'01'' e 10'55''. Il primo Toyota Hilux “ufficiale” è arrivato quarto con Lucas Moraes al volante. La maratona è costata il ritiro a Yazeed Al Rajhi con il pick-up giapponese della scuderia Overdrive: fino a giovedì mattina il saudita era in testa alla Dakar 2024. Il "tappone" ha avuto conseguenze anche per uno dei favoriti, il qatariota Nasser Al-Attiyah, che con l'Hunter era risalito fino alla seconda posizione assoluta e che tra ieri e oggi ha lasciato sulla sabbia più di due ore e tre quarti.
L'Empty Quarter ha rivoluzionato la classifica. Non solo perché sono ormai fuori gara sia Al Rajhi sia Al-Attiyah, ma anche Stéphane Peterhansel con la terza Audi (3 ore e 23 di ritardo). Sainz si è così ripreso la testa dalla corsa che adesso guida con il tempo di 24 ore 59 minuti e 32 secondi. Lo spagnolo è “scortato” in seconda posizione dallo svedese Ekström, che accusa un ritardo di 20'21'', e che dovrà difendersi dai sicuri attacchi di Loeb, che ha guadagnato la terza posizione a poco più di 8 minuti dalla piazza d'onore. Gli inseguimenti sono la specialità del fuoriclasse francese. Moraes è quarto, ma rende 64 minuti a Sainz, anche se il podio ne dista “appena” 35. Alla sua terza partecipazione il sorprendente belga Guillaume de Mevius con l'Hilux della Overdrive è quinto e precede il più esperto sudafricano Giniel de Villiers con il pick-up ufficiale della Toyota Gazoo Racing. Laia Sanz navigata dall'italiano Maurizio Gerini (Astara) hanno recuperato ulteriormente...sabbia: è 19°. Eugenio Amos e Paolo Ceci (Overdrive) sono 23°.
Martin Macik ha vinto la prova riservata ai truck con un margine abissale sul secondo equipaggio, quello guidato dall'olandese Mitchel van der Brink: fra i due Iveco Powerstar all'arrivo c'erano circa 65 minuti. Nella generale il pilota ceco (il cui crono è addirittura gravato da una penalità di quasi 34 minuti) deve riuscire ad “amministrare” il vantaggio di un'ora e 17 minuti che ha accumulato sul connazionale Ales Loprais (Praga V4s). Van der Brink è ancora più lontano e ha un ritardo di quasi un'ora e 50. Claudio Bellina, Bruno Gotti e Marco Arnoletti con l'Iveco Powerstar della Mm Technology hanno guadagnato una posizione e sono 8°.
Nella Classic continuano a lottare per le posizioni di vertice i due equipaggi italiani supportati dalla Tecnosport. Con il loro Toyota Land Cruiser gli spagnoli Carlos Santaolalla Milla e Jan Rosa I Vinas si sono aggiudicati la tappa davanti a Lorenzo Tragglio e Rudy Briani con il Nissan Pathfinder (appena 3 punti di differenza). Paolo Bedeschi e Daniele Bottallo (Toyota Bj71) hanno chiuso al quarto posto, davanti ai vincitori della passata edizione, Juan Morera e Lidia Ruba. Nella generale Santaolalla Milla e Rosa I Vinas si sono riportati al comando (314) superando i cechi Ondrej Klymciw e Josef Broz (400). Bedeschi e Bottallo sono terzi (la posizione che avevano occupato al termine della Dakar Classic del 2023) a quota 504 e precedono Traglio e Briani (552). Il terzo equipaggio “azzurro” nella Top 10 è scivolato al decimo posto: è composto da Marco Ernesto Leva e Alexia Giugni (1.765) che sono a bordo di un Mitsubishi Pajero.