Sergio Perez

Il caso Perez imbarazza la Red Bull che, però, non è intenzionata a scaricarlo

di Massimo Costa
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Esiste un caso Sergio Perez? Sì, eccome se esiste. Un pilota che al volante della miglior monoposto del mondiale fallisce per cinque volte consecutive l'accesso alla fase finale della qualifica, la Q3, è un allarme senza precedenti. Perez ha raccolto 53 punti negli ultimi cinque Gran Premi, più la gara Sprint austriaca, mentre il suo compagno Max Verstappen ne ha conseguiti 136. Meno di Fernando Alonso che con la Aston Martin in quelle cinque corse ha ottenuto 77 punti, meno di Lewis Hamilton (73) con una Mercedes altalenante. Un dato che rappresenta senza dubbio un campanello d'allarme non indifferente per il pilota messicano e per la Red Bull stessa.

Cosa è accaduto a quel Perez che , uscito da Baku trionfante (quarto appuntamento 2023), aveva appena 6 punti di distacco da Verstappen nella classifica iridata? Perché ha cominicato a fare errori su errori in qualifica, evidenziando uno stato di nervosismo sorprendente? Perché lamenta che con poco grip, leggi asfalto bagnato, non si trova a suo agio? Un crollo piscologico così evidente non lo si era visto quasi mai tra i piloti che guidano una monoposto potenzialmente in grado di portarli alla vittoria iridata. In realtà, anche lo scorso anno Perez si era perso dopo la vittoria a Montecarlo che lo aveva avvicinato in classifica a Verstappen, ma non si era verificata una crisi come quella di questa stagione.

Non è il caso di criticare il buon Sergio, qui entriamo nella sfera personale del pilota, della sua psicologia, dei suoi sentimenti. Il ragazzo non deve vivere felicemente questa situazione che di certo non ha voluto, ma che suo malgrado si trova a dover gestire con estrema fatica. E' stato criticato dal team principal Christian Horner, da Helmut Marko, è costantemente sotto attacco da media e tv. E non potrebbe essere diversamente del resto. Il campionato è ancora molto lungo e probabilmente Perez tornerà il Perez di sempre.

Ma oggi, il paragone con Verstappen lo sta destabilizzando ancora di più di quanto fosse accaduto con Valtteri Bottas quando si doveva confrontare con Lewis Hamilton in Mercedes, o nella stessa Red Bull nel rapporto tra Mark Webber e Sebastian Vettel, ancora prima tra Rubens Barrichello e Michael Schumacher in Ferrari o David Coulthard e Mika Hakkinen in McLaren, Riccardo Patrese e Nigel Mansell in Williams, Gerhard Berger ed Ayrton Senna in McLaren... e ci fermiamo qui.

Sempre dura, durissima, la convivenza con un compagno di squadra che ingrana la prima e vince mondiali a ripetizione con la stessa monoposto che guidi anche tu. Poi, si potranno trovare mille scusanti, si potrà sostenere che alla prima guida tutto viene concesso, che le vetture vengono progettate per accontentare lo stile di guida di colui con il quale condividi il box e così via. Il libretto delle istruzioni riservato ai piloti per trovare le migliori scuse da raccontare, comprende vari capitoletti.

La Red Bull non sembra intenzionata a scartare Perez nel corso del campionato, benché sia ampiamente nel suo stile. Basta chiedere a Daniil Kvyat e a Pierre Gasly . Del resto chi si potrebbe mai mettere dall'oggi al domani sulla RB19? Nessuno dei giovani del programma Junior è pronto, non certo i due piloti della Alpha Tauri, Yuki Tsunoda e Nyck De Vries, quest'ultimo già in odore di licenziamento a fine stagione mentre il giapponese, dopo tre anni col team di Faenza, pare essere sempre al primo Gran Premio in carriera. Ovvero, nessuna crescita, nessun miglioramento, anche per lui il destino pare segnato.

C'è Alexander Albon, gettato via alla fine del 2020 dopo che era stato frettolosamente promosso nel team di Horner dalla Toro Rosso per Gasly. Lo avevano messo nel DTM, poi lo hanno riportato in F1 con la Williams. Marko ha pensato di nuovo a lui, ma Albon pare abbia gentilmente risposto picche. Sta bene in Williams, tante grazie ma salire sulle montagne russe Red Bull non sempre è una bella esperienza, anche se certamente gratificante.

Non rimane che Daniel Ricciardo, non per ora, ma per il 2024. Sarebbe un gran ritorno nei Gran Premi per l'australiano che con la Red Bull nel dopo Vettel pareva lanciato verso traguardi di altissimo livello, in parte ottenuti. Finché non si è trovato come compagno di squadra Verstappen ed ha preferito prendere altre destinazioni come la Renault e la McLaren. Ricciardo è ora il terzo pilota Red Bull, che lo ha recuperato dopo il disastroso 2022 al fianco di Lando Norris. Al simulatore Red Bull, nei primi lavori svolti Ricciardo ha deluso le aspettative, ma è cresciuto ed ora è divenuto un parametro importante per lo stesso Verstappen che ne ha applaudito le qualità proprio nei giorni scorsi.

La Red Bull non ha bisogno urgente di rimpiazzare Perez perché non sta lottando con altri team nel campionato costruttori. Ha già abbastanza punti, quelli che incassa Verstappen possono bastare. Ma se non fosse così, se Mercedes e compagnia fossero più vicine, allora sì che la situazione in casa Red Bull sarebbe molto calda. Ricordiamo che Perez era stato preso con una certa sorpresa alla fine del 2020 per sostituire Albon, una ammissione che anche il sistema Red Bull non sempre funziona. Anzi, ultimamente proprio perde acqua da tutte le parti, vedi il ricordo a DeVries, altro elemento che nulla aveva a che fare con il gruppo. Ma tant'è, l'ottantenne Marko ultimamente non le azzecca, ma che gli si può dire dopo aver portato al successo mondiale Vettel e Verstappen?

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Martedì 11 Luglio 2023 - Ultimo aggiornamento: 13-07-2023 12:48 | © RIPRODUZIONE RISERVATA