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YANBU – Carlos Sainz ha vinto la sua quarta Dakar, che è anche la prima in assoluto per Audi e di un veicolo elettrico, seppur ad autonomia estesa come il prototipo Rs Q e-tron, che la casa dei Quattro Anelli aveva sviluppato nell'ambito di un programma triennale che si conclude nel 2024 e non è ancora chiaro se verrà prolungato o meno. A quasi 62 anni, li compie in aprile, “el Matador” è diventato il più anziano pilota a trionfare nel rally raid più duro al mondo. Il poker di successi (gli altri risalgono al 2010, 2018 e 2020) è stato ottenuto sempre assieme a Lucas Cruz.
Su X, Sainz ha postato un breve messaggio dedicato proprio fido navigatore: «Ho la fortuna di avere al mio fianco il migliore! È stata una Dakar fantastica @LucasCruz74. Tutto questo grazie a te». L'affermazione vale allo spagnolo anche il podio fra i piloti più vincenti nella Dakar automobilistica alle spalle del compagno di scuderia Stéphane Peterhansel (8) e di Nasser Al-Attiyah (5). L'equipaggio spagnolo ha tagliato il traguardo dell'ultima tappa con un ritardo di quasi 11 minuti dal vincitore, che è stato Sébastien Loeb (ventottesima affermazione parziale) con l'Hunter della Prodrive con le insegne della Bahrain Raid Xtreme.
Il francese (con il belga Fabian Lurquin come co-pilota), che aveva perso ieri la seconda piazza per via della rottura di un ammortizzatore, ha preceduto di 5 minuti il belga Guillaume de Mevius (navigato dal transalpino Xavier Panseri) con l'Hilux della Overdrive, alla sua terza partecipazione. Il vantaggio non gli è bastato per riprendersi il secondo gradino del podio rimasto a 4'17''. Nella tutt'altro che scontata Top 10 finale mancano diversi attesi protagonisti, a cominciare dal qatariota Al-Attiyah, primo nelle edizioni del 2022 e del 2023 quando correva con la Toyota Gazoo Racing (Tcr). Guerlain Chicherit, con un altro pick-up della casa nipponica impiegato dalla scuderia Overdrive, ha chiuso quarto a 10 minuti da Loeb, mentre il ceco Martin Prokop ha centrato il suo miglior risultato con il Ford Raptor della Orlen Jipocar, quinto. Il primo pilota della squadra ufficiale di Toyota è stato il debuttante sudafricano Guy David Botterill, sesto. Lucas Moraes, il brasiliano della Tcr, terzo all'esordio un anno fa, si è dovuto accontentare della nona piazza.
Nella Classic Lorenzo Traglio e Rudy Briani (Tecnosport) non sono riusciti a scavalcare gli spagnoli Carlos Santaolalla Milla e Jan Rosa I Viñas, che partivano nell'ultima tappa con appena un punto di scarto. L'equipaggio iberico, secondo un anno fa, si è imposto nella frazione conclusiva e nella gara riservata ai veicoli d'epoca. Rispetto all'edizione del 2023, l'Italia raddoppia la presenza sul podio. Con il loro Nissan Pathfinder, Traglio e Briani si cono classificati secondi assoluti (appena 12 lunghezze da vincitori), precedendo Paolo Bedeschi e Daniele Bottallo (Toyota Bj71), che si sono confermati terzi. Un bel ruolino di marcia per l'equipaggio romagnolo/piemontese: due podi in due partecipazioni. Nella Top 10 anche Marco Ernesto Leva e Alexia Giugni (R Team), che hanno guidato il loro Mitsubishi Pajero fino alla settima piazza assoluta.
Primo italiano è tornato ad essere Maurizio Gerini, navigatore di Laia Sanz (Astara) 15° assoluto. Sfortunato epilogo invece per Eugenio Amos e Paolo Ceci (overdrive) che si sono ribaltati con il loro Toyota Hilux che sono scivolati in classifica al 56° posto dopo che ieri erano saliti al 15° posto nella classifica generale.