NAPOLI - Puntuale, come ogni anno, è cominciata a Napoli la stagione dei sequestri di ormeggi abusivi, conseguenza palese della mancanza di posti barca legali, del sovraffollamento delle aree in concessione e, in particolare, dell’antico porto di Mergellina.
Proprio nelle vicinanze del porto è stato accertato che un’area di 132 metri quadrati era stata occupata abusivamente ed era stato allestito un sistema di ormeggio completamente abusivo attrezzato sia per il passaggio delle persone sia per l’attracco delle barche. Sono state trovate e sequestrate cime e altre attrezzature.
Il sequestro è stato eseguito il 20 giugno da uomini della Capitaneria di Porto di Napoli e da agenti di Polizia del Commissariato San Ferdinando, competente per territorio. Tre persone, di 32, 40 e 49 anni, sono state denunciate per occupazione abusiva di area demaniale, e accusate anche di aver imbrattato materiale adibito al servizio illegale.
Il fenomeno dell’abusivismo e dell’occupazione di aree demaniali è purtroppo ricorrente a Napoli, in particolare nel tratto di mare di fronte all’edificio del Consolato americano, tra Mergellina e la Rotonda Diaz, una delle zone più suggestive della città. Ogni anno, all’inizio della stagione estiva, centinaia di diportisti che non trovano posto nelle aree autorizzate si rivolgono a ormeggiatori abusivi per ancorare le proprie barche o i propri gommoni, in alcuni casi anche di misura considerevole (con rischi non trascurabili in caso di mareggiate). Il giro d’affari viene calcolato in milioni di euro. E ci sono stati ormeggiatori abusivi che sarebbero stati sanzionati anche per 150.000 euro.
Negli anni scorsi si sono susseguite diverse azioni di polizia, sia nella zona del lungomare Caracciolo, sia nell’area demaniale tra Nisida e Coroglio, dove vengono rilasciate, per il periodo maggio-settembre, concessioni temporanee che vengono però sistematicamente violate con l’allestimento di campi boe più capienti di quanto previsto dalla concessione.
L’Afina (Associazione Filiera Italiana della Nautica), che ha sede a Napoli, ha più volte segnalato la gravità del problema alle autorità cittadine, e insistentemente ha ricordato che sarebbero disponibili anche fondi privati per realizzare un marina moderno, spazioso e accogliente, come si conviene a una città che sul turismo nautico potrebbe fare affidamento per dare un impulso decisivo a quell’economia del mare di cui si parla troppo spesso a vuoto.