La nautica da diporto vuole essere sostenibile e l’Italia sarà all’avanguardia con la prima infrastruttura al mondo di rifornimento a idrogeno verde. È un progetto di NatPower H a cui hanno aderito già 25 marine e porti italiani nei quali verranno realizzate le stazioni disegnate da Zaha Hadid Architects, la prima già entro l’estate alla Marina Sant’Elena di Venezia. Il progetto, in collaborazione anche con Baglietto, BluEnergy Revolution, Bluegame, Fitchner, Linde, Studio Maresca, Sige e Tecma Solutions, prevede un investimento di 100 milioni di euro con l’obiettivo di raggiungere almeno 100 stazioni di rifornimento nei prossimi sei anni e di esportare questo modello anche ad altre aree oltre il Mar Mediterraneo, dove già si guarda alla Spagna e alla costa del nord Africa. L’ idrogeno -spiega Fabrizio Zago, ceo di NatPower - rappresenta una delle soluzioni più efficaci per dare impulso alla transizione energetica di tutto il settore della nautica da diporto e dello yachting. In particolare, l’uso dell’ idrogeno come vettore energetico, attraverso celle a combustibile e motori elettrici, si sta rivelando una delle opzioni più promettenti, offrendo prestazioni ottimali nel rispetto dell’ambiente».
I primi a sperimentarlo sono i superyacht ma ci sono allo studio anche dei motori fuoribordo a idrogeno, l’intera industria è spinta verso innovazioni eco-friendly, »una rapida transizione energetica rallentata dalla carenza di infrastrutture per la distribuzione e il rifornimento di fonti di energia ad impatto zero« spiega NatPower H che ha quindi siglato un accordo con Zaha Hadid Architects per il design dell’infrastruttura. »Le stazioni saranno costruite con calcestruzzo digitale a basso consumo energetico e non rinforzato. Con la resistenza strutturale derivante dalla geometria piuttosto che dai materiali ingegnerizzati, abbiamo trovato un collegamento tra il passato consolidato delle antiche tecniche di costruzione e le avanzate tecnologie sostenibili e circolari« sottolinea Filippo Innocenti, direttore di Zaha Hadid Architects. Nel panorama della nautica si assiste a un impegno per la costruzione di imbarcazioni sempre più sostenibili e sono numerosi i cantieri navali che stanno promuovendo soluzioni per ridurre l’impatto delle proprie attività sull’ecosistema. Inoltre la delimitazione di zone marine protette con divieto di motori diesel mette ulteriormente in evidenza, spiega Nat Power, l’importanza della sostenibilità anche nel segmento degli yacht e dei megayacht.
«Nel mondo l’industria cantieristica italiana è al primo posto per numero di imbarcazioni prodotte e l’obiettivo che ci poniamo è quello di favorire la transizione energetica di questo importante mercato, abilitando la diffusione di yacht e natanti alimentati ad idrogeno, che non hanno emissioni dirette di Co2»- commenta Andrea Minerdo, ceo di NatPower H. «Pur avendo appena avviato il progetto, abbiamo già una pipeline di 25 accordi con marine e porti italiani che ci consentirà di avviare la creazione di una rete di stazioni di rifornimento ad idrogeno capillare a livello globale.» L’utilizzo di materiali locali come sabbia e suolo, insieme a cemento a basso impatto di carbonio, non solo riduce l’impronta ecologica, ma facilita anche la creazione di forme organiche che si integrano perfettamente con l’ambiente, celebrando la bellezza e la diversità del paesaggio. Utilizzando tecniche all’avanguardia nel posizionamento automatico dei materiali, le stazioni sono completamente riciclabili con muratura non rinforzata e assemblata a secco, eliminando la necessità di carpenteria durante la costruzione.
Questa innovazione stabilisce un nuovo standard per la riduzione dei rifiuti e migliora l’efficienza dei materiali. La soluzione per il rifornimento di idrogeno verde proposta da NAt Power, spiega il gruppo, si basa su tre fondamenti: sicurezza, scalabilità e completa sostenibilità. Le stazioni NatPower H «forniranno idrogeno utilizzando le migliori tecnologie, nel rispetto delle normative vigenti, con una meticolosa attenzione alla circolarità e alla salvaguardia dell’ecosistema marino».