LA SPEZIA - Nel 1874 Jules Verne scrisse che un giorno l’acqua sarebbe diventata un combustibile. L’idrogeno e l’ossigeno di cui è costituita, utilizzati isolatamente, sarebbero stati in grado di offrire una sorgente di calore e di luce inesauribile. Ebbene, ormai ci siamo. Nell’automotive si procede a ritmo lento, ma l’avanzamento è inconfutabile. Ora è il momento della nautica. La dimostrazione più recente, e più interessante, viene dal progetto Bzero presentato da Baglietto, storico cantiere con sedi a La Spezia e Carrara, brand simbolo dello yachting internazionale specializzato nella costruzione di imbarcazioni plananti in alluminio da 38 a 50 metri e megayacht dislocanti e semidislocanti dai 40 metri in acciaio e alluminio.
Dopo l’anteprima del 2022 al Salone di Montecarlo, il progetto è stato definito in tutti i dettagli e presentato ufficialmente il 12 aprile nella sede spezzina del cantiere, dove è stato istituito il dipartimento Baglietto Energy, espressamente dedicato allo studio delle nuove tecnologie ecosostenibili.
“Per noi – ha detto nel giorno del vernissage l’amministratore delegato Diego Michele De Prati – questo progetto è un primo importante punto di partenza, ma anche la porta verso la grande sfida del futuro, una sfida di conoscenza, fatta di grande senso di responsabilità, umiltà, ambizione, determinazione e rispetto per il mare”. Una sfida – aggiungiamo noi – imposta anche dalle disposizioni dell’IMO (Organizzazione Marittima Internazionale), istituto delle Nazioni Unite incaricato di sviluppare i principi e le tecniche della navigazione marittima internazionale, che impegna l’industria del settore a ridurre l’intensità di carbonio del 40% entro il 2030.
Questo progetto imperniato sull’utilizzo dell’idrogeno green quale fonte di energia, ha portato per ora alla realizzazione del prototipo del sistema che poi sarà installato, in modo ottimizzato, sulle imbarcazioni Baglietto superiori ai 50 metri. Secondo Fabio Ermetto, direttore commerciale del cantiere spezzino, con questa tecnologia a bordo si potrà ipotizzare di trattenersi all’ancora a zero emissioni fino a 75 ore e in navigazione si potranno percorrere 120 miglia nautiche a 7 nodi. “L’utilizzo combinato di idrogeno e batterie - viene spiegato - permetterà infatti l’ottenimento di energia disponibile 4 volte superiore all’utilizzo delle attuali batterie, con indubbio vantaggio anche economico per gli armatori”.
“L’obiettivo primario è aumentare l’autonomia elettrica di crociera dell’imbarcazione in modalità zero emissioni” sottolinea Alessandro Balzi, direttore del Dipartimento Energy del cantiere, aggiungendo che “è prevista l’integrazione a bordo delle imbarcazioni della tecnologia fuel cell a idrogeno su piattaforma ibrida o diesel-electric. Il particolare sistema di stoccaggio – prosegue l’esperto – permette di intrappolare l’idrogeno, voluminoso per sua natura, in idruri metallici, permettendo così lo storage in forma solida, sicura e a bassa pressione.”
Il prototipo appena presentato verrà utilizzato per sviluppare le procedure di funzionamento, per ottimizzare gli aspetti tecnici e ottenere le opportune certificazioni navali necessarie per poter usare il sistema a bordo degli yacht ed effettuare la ricarica di idrogeno nei serbatoi in autonomia o da fonte esterna (supplendo alla carenza di infrastrutture da una parte e velocizzando i tempi di rifornimento dall’altra). La power station si inserisce, inoltre, in un sistema virtuoso andando a contribuire in parte anche al ciclo di produzione di energia del cantiere.
A beneficio dei più attenti osservatori dell’innovazione tecnologica, il cantiere ha fornito una dettagliata illustrazione di questo progetto mirato all’abbattimento delle emissioni nocive, che qui di seguito riportiamo.
“Il sistema BZero prevede l’implementazione di un modulo di produzione di idrogeno che a partire da acqua di mare filtrata e deionizzata produce idrogeno con grado 5.0 di purezza alla pressione max di 35 bar grazie ad un sistema di elettrolizzatori di tipo AEM (per una potenza totale di approx. 55 kW). Gli elettrolizzatori sono alimentati primariamente da energia proveniente da fonti rinnovabili (pannelli fotovoltaici) e/o dalla rete elettrica di terra al fine di produrre per quanto possibile idrogeno di tipo “green”. L’idrogeno prodotto viene immagazzinato in forma solida a bassa pressione (35 bar compatibili con lo storage) e temperatura ambiente all’interno di bombole di idruri metallici (MH storage).
Il processo di stoccaggio e di rilascio dell’idrogeno dagli idruri è gestito da un sistema di “thermal management” che consente di riscaldare (durante la scarica di idrogeno) e di raffreddare (durante la ricarica) gli idruri metallici. L’energia termica richiesta è ricavata dal calore prodotto dal modulo Fuel Cell di tipo PEM (approx. 200kW) che usa l’idrogeno come combustibile per la produzione di corrente elettrica a zero emissioni di inquinanti e di rumore.
La corrente prodotta è controllata mediante un convertitore DC/DC su un bus centrale in corrente continua 700 V DC del tipo già testato sugli yacht dotati di tecnologia ibrida del cantiere. Sullo stesso bus in parallelo alla Fuel Cell è collegato un set di batterie agli ioni di litio con il compito di assorbire picchi e brusche variazioni di carico della domanda energetica lato utilizzatore”.