VIAREGGIO - Tra le eccellenze di un Made in Italy conosciuto e apprezzato nel mondo ci sono molti cantieri nautici produttori di yacht, super yacht e mega yacht. Ma nessuno può vantare 150 anni di storia. E che storia! Ci riferiamo a Benetti, glorioso marchio fondato nel 1873 da Lorenzo Benetti, passato per le mani di figli e nipoti e poi rilevato da Paolo Vitelli, imprenditore coraggioso che lo rilevò nel 1985, deciso a rilanciarlo nel mondo.
Un progetto ambizioso, che tuttavia poteva contare su solidissime basi. Ovvero la storia stessa di un cantiere che negli anni 60, con Lorenzo Benetti (nipote omonimo del fondatore) sul ponte di comando, rivoluzionò il mondo dello yachting, passando dalla costruzione in legno a quella in acciaio e decretando così la nascita del moderno concetto di mega yacht, le cui serie Delfino, Gabbiano e Mediterraneo sono divenute barche iconiche.
Barche al cui nome sono associati racconti leggendari dell’aristocrazia e del jet-set internazionale negli anni della Dolce Vita, da Ranieri di Monaco a David Bowie, che era solito trascorrere le vacanze sul suo “El Caran” in compagnia di amici altrettanto famosi come Mick Jagger, Robin Williams e Michael Caine, fino ai Beatles, spesso ospiti del loro manager, proprietario di un Delfino Benetti.
La reputazione del cantiere si diffuse a tal punto da ottenere dal magnate Adnan Kashoggi l’incarico di progettare e costruire lo yacht più famoso di tutti i tempi: il Nabila, che per le straordinarie linee e le sue lussuosissime rifiniture a bordo suscitò curiosità e scalpore: leggendarie le feste a bordo, gli attori, i potenti, la spesa quotidiana, i 53 membri di equipaggio, i 12 cuochi, l’apparizione nel film di 007 “Mai dire mai”.
L’acquisizione dello storico cantiere da parte di Paolo Vitelli apparve a molti come un rischio. Ma il suo intuito di utilizzare il composito nella nuova linea Classic 115 del 1988 portò alla vendita di un centinaio di esemplari in soli 10 anni, ancora oggi un record assoluto nella nautica.
Il recente ingresso nel capitale del fondo arabo PIF, detentore di una quota del 33%, contribuirà a rafforzare la posizione di Benetti come prima azienda privata della nautica nel mondo e primo produttore globale di superyacht, con oltre un miliardo di euro di fatturato. E non va dimenticato, tra l’altro, che assieme ad Azimut, l’altro marchio controllato dalla famiglia Vitelli, viene coperto il più vasto segmento dimensionale del mondo, che va da barche di 13 metri a giga yacht di 110.
Affidato oggi alla figlia Giovanna, insediatasi da marzo 2022 nel ruolo di presidente, e al Ceo Marco Valle, fedelissimo manager di grandi capacità (27 anni in azienda), Benetti ha ancora margini di crescita, grazie anche all’impegno costante profuso nell’innovazione: con un approccio pionieristico, e anticipando quella che poi diventerà una componente indispensabile per uno sviluppo industriale consapevole, oltre due decadi fa Paolo Vitelli costruì il primo yacht ibrido diesel-elettrico al mondo (Ambrosia 2006) e creò un centro interno di Ricerca & Sviluppo, focalizzato sulla riduzione dei consumi e sulla scelta di materiali costruttivi sempre più sostenibili.
Le ultime creazioni, poi, esprimono l’apice della tecnologia e del saper fare: Luminosity, varato nel 2020, con i suoi 107 metri è il più grande giga-yacht con un motore a propulsione ibrida. E il B.Yond 37 metri è stato premiato nel 2022 come lo yacht più green della sua categoria per il suo innovativo sistema a propulsione ibrida. Se non bastasse, il gruppo ha annunciato un accordo con ENI per fornire ai clienti un carburante ecologico che abbatte del 60-70% le emissioni di C02. Nei piani attività di collaudo che richiedono circa un milione di litri l’anno. “In tal modo – dicono in cantiere - anticipiamo di una decina d’anni le regole in tema di emissioni che verranno”.
Progetti e ambizioni guardano ovviamente al futuro. Ma per tre giorni, dal 16 al 18 giugno, il cantiere si è concesso una pausa per festeggiare degnamente il 150° anniversario: un intero weekend tra Viareggio e Livorno, coinvolgendo le autorità locali, i clienti arrivati da tutto il mondo e i propri dipendenti.
Spettacolare la serata dedicata agli armatori, svoltasi nella sede di Livorno, che ospita, con un’area di 250.000 metri quadri, il più grande cantiere del Mediterraneo per navi da diporto. All’interno di uno dei capannoni, a fianco di uno yacht in costruzione, l’architetto e scenografo belga Charles Kaisin ha saputo ripercorrere in maniera straordinariamente creativa la storia di Benetti e, in collaborazione con i suoi oltre 50 camerieri/attori, ha intrattenuto gli ospiti con tocchi di genialità degni della… storia del Nabyla: piatti serviti sotto cloche a forma di antichi vascelli, conchiglie “sonore” da cui ascoltare suoni e voci tipiche di uno yacht in costruzione, proiezioni, un pianista e una soprano “volanti” e centinaia di luci ondeggianti.
All’esterno la marina che ospitava per l’occasione alcune tra le più iconiche imbarcazioni del brand: tra queste, ormeggiate e illuminate in maniera scenografica, Odissey III, un 33 metri della serie Mediterraneo, datata 1967, Stella Fiera, prima unità della serie Classic 115, El Caran appartenuta a David Bowie, e le ultimissime delle serie B.Now e OASIS Deck.
Le celebrazioni si sono concluse domenica 18, quando il cantiere di Livorno ha accolto i dipendenti, le loro famiglie e i fornitori. Nell’occasione è stato offerto ai più giovani uno speciale corso di formazione, a conferma del ruolo centrale, per il cantiere, della crescita professionale dei propri dipendenti. In questa ottica l’intero Gruppo Azimut-Benetti ha annunciato la fondazione della sua Academy: un approccio olistico alla formazione e 4 ambiti di intervento per accompagnare i dipendenti nella crescita professionale e creare nuova occupazione, formando le figure più richieste dal settore nautico.