SALERNO - Un porto gioiello e una bella esposizione di prodotti nautici, yacht a vela e a motore, monocarena e catamarani, gommoni, gozzi, motoscafi, fuoribordo, accessori… Questa è la settima edizione del Salerno Boat Show, salone nautico in crescita costante, inizialmente in programma dal primo al 5 novembre, ma prorogato fino al 12, per compensare i danni provocati da un meteo inclemente. Nel prossimo weekend (giorni 11 e 12) la fiera sarà dunque ancora aperta al pubblico, mentre le giornate infrasettimanali saranno dedicate a incontri su appuntamento.
Ciò significa che in Campania, a distanza di una settimana, e nel raggio di 50 chilometri, un salone nautico chiuderà e un altro riaprirà. Dal 18 al 26 novembre, infatti, è in programma a Napoli Navigare, tradizionale appuntamento fieristico organizzato al Molo Luise del porto di Mergellina, dove in genere prevale la consuetudine di uscire in navigazione, per prove in mare. Un’opportunità, questa, offerta in verità anche a Marina d’Arechi. D’altra parte gli organizzatori dei due eventi operano su fronti opposti: il Boat Show di Salerno è organizzato infatti dalla società che gestisce il porto, e si avvale del patrocinio di Confindustria Nautica, mentre Navigare è organizzato dall’Afina (Associazione Filiera Italiana della nautica), che opera in totale autonomia rispetto all’associazione confindustriale.
Il salone salernitano, intanto, ha offerto anche l’occasione per presentare i dati sull’economia del mare, con un focus specifico sulla Campania, ovvero su uno dei territori mediterranei più interessanti per le attività produttive e commerciali e, in particolare, per l’attrattività dei luoghi, ricchi di fascino, di storia, di beni archeologici e monumentali, oltre che di un mare che bagna isole come Capri, Ischia, Procida, le costiere sorrentina e amalfitana e tanto altro. Non per niente la regione è indicata da Assonautica Italiana come una delle 17 mete ideali per promuovere il turismo nautico, una risorsa dal notevole potenziale, anche se non è l’unica voce presa in esame dagli esperti convenuti a Salerno.
Ad illustrare i dati relativi all’economia del mare nella regione Campania è stato il coordinatore di OsserMare (l’Osservatorio Nazionale di Informare) Antonello Testa: “L’indiscusso ruolo dei porti del Mezzogiorno, confermato dalla forte crescita dei traffici marittimi, diventerà sempre più strategico nel dare concretezza alla centralità del nostro paese nel Mediterraneo” ha detto il relatore, sottolineando l’importanza del lavoro di ricerca svolto in collaborazione con il Centro Studi Tagliacarne.
Gli investimenti del PNRR sui porti della Campania, 600 milioni di euro per Napoli e Salerno, rappresentano una opportunità di sviluppo senza precedenti e dal rapporto di quest’anno – è stato detto dal relatore - emerge una crescita esponenziale della blue economy che muove 142,7 miliardi di valore aggiunto. In termini di occupazione si parla di 914.000 addetti. “Questi numeri – è stato sottolineato - confermano la rilevanza del settore all’interno del panorama italiano ed europeo. Basti pensare alla rilevanza della forza moltiplicativa dell’economia blu”.
Dal Rapporto emerge che l’economia del mare ha prodotto un valore aggiunto di 52,4 miliardi di euro e ne attiva altri 90,3 nel resto dell’economia. Considerando questa capacità moltiplicativa di “fare filiera”, la Blue Economy arriva a generare complessivamente i 142,7 miliardi di euro di cui sopra, l’8,9% dell’intera economia nazionale.
E’ stato specificato che il Mezzogiorno (30%) e il Centro (31,1%) contribuiscono per il 61,1% alla formazione del valore aggiunto dell’intera economia del mare. Inoltre, il 48,4% delle imprese si trova nel Sud (11.492), che è anche l’area con la performance migliore, registrando un incremento delle imprese blu del 2,7% tra il 2021 e il 2022, decisamente al di sopra del valore medio nazionale (+1,6%).
Quanto alla Campania, l’estensione territoriale dell’economia blu coinvolge 131 comuni definiti come zone costiere, di cui 60 litoranei e 71 prossimi al mare; il 55,5% della popolazione; il 59,0% del valore aggiunto complessivo e 1089 abitanti per chilometro quadrato, a fronte dei 230 degli altri comuni italiani. Il totale della filiera del mare della Campania è di 12,9 miliardi di valore aggiunto, con una performance percentuale più elevata della media nazionale e con 94.023 occupati e 32.449 imprese. Guardando alle prime 10 posizioni della graduatoria provinciale, per numerosità assoluta delle imprese dell’economia del mare italiana, Napoli è seconda con 22.909 imprese e Salerno è quarta con 7.892.
Inutile dire – aggiungiamo noi – che un contributo ad un’ulteriore crescita della “capitale” della Campania potrebbe darlo il turismo nautico, se ci si decidesse a realizzare un vero porto turistico, o anche più d’uno, sfruttando risorse territoriali straordinarie come la baia di Nisida-Coroglio, nell’area prospiciente l’ex Italsider, e – sul versante opposto del golfo – il Molo San Vincenzo. La rotta da seguire sarebbe quella della collaborazione pubblico-privato.
Su questo fronte ha suscitato un certo interesse l’iniziativa presa dall’Ordine dei Commercialisti di Napoli per sostenere la realizzazione di uno scalo per superyacht e megayacht. Nell’occasione – ha rivelato il presidente dell’Autorità Portuale Andrea Annunziata - è stato detto che “a Napoli si dovrebbe seguire l’esempio di quanto fatto a Salerno per Porto Arechi”. Ci sarà un seguito? Per ora circolano solo indiscrezioni sull’interessamento di un gruppo monegasco, vicino al principe Alberto, intenzionato a investire su Napoli. Ma chissà…
E’ invece certo che la Regione Campania si sta attrezzando per mettere in piedi una struttura tutta nuova, una sorta di super agenzia regionale del mare, con l’obiettivo di potenziare il rapporto mare-terra e di sostenere e far crescere le tante piccole imprese che operano sul territorio. “Tutta l’attività sarà mirata alla crescita dell’economia del mare” ha detto, nel corso del convegno svoltosi a Salerno, Filippo Diasco, uno dei funzionari di punta della Regione Campania, puntualizzando però che “al momento lo statuto del nuovo organismo è ancora in via di definizione e non è possibile, per ora, dare tempi certi sull’operatività della nuova struttura”.
“Le sfide che abbiamo davanti sono tante e non ci spaventano – ha sottolineato da parte sua il presidente di Assonautica Italiana Giovanni Acampora -. Per la nuova visione strategica marittima dell’Italia – ha aggiunto - serve un’agenda ambiziosa che dovrà essere percorribile anche dal punto di vista economico e sociale. L’aggregazione è un moltiplicatore economico, sociale e di rappresentatività istituzionale e il Blue Forum Italia Network, la rete degli utenti del mare promossa dal sistema delle Camere di Commercio, proprio partendo dalle sollecitazioni dell’Europa, ha questo obiettivo comune. Stiamo già lavorando al nuovo rapporto sull’economia del mare e, con l’occasione, invito tutti a Gaeta, dal 13 al 15 giugno 2024”.
Vedremo che cosa riserverà il futuro a questo complesso mondo che mette insieme valori diversi (portualità, cantieristica, shipping, nautica da diporto, pesca, acquacoltura, turismo costiero, crocieristica, sport). Le aspettative degli operatori dei vari settori sono molte, e la volontà di mettersi in gioco emerge da convegni come quello organizzato in occasione della settima edizione del Boat Show di Salerno.
Un salone allestito all’interno di una struttura d’avanguardia, quel è Marina d’Arechi, come ha ricordato nel suo intervento il presidente della società che gestisce il porto, Agostino Gallozzi, ribadendo la centralità del ruolo dei porti turistici in territori che possono proporre rilevanti attrattori culturali, paesaggistici e architettonici. “Marina d’Arechi – ha detto Gallozzi – si conferma porta di accesso per incrementare il numero di visitatori provenienti anche dai Paesi esteri. Si amplia in questo modo la platea che consente la crescita costante del numero degli accessi nella nostra provincia”.
Ciò detto, vale la pena ricordare che “al di là di certe eccellenze come quella salernitana molti problemi sono ancora di difficile soluzione e che nel nostro Paese ci sono ancora molte cose che non vanno”. Lo ha detto senza tanti giri di parole il vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, nel suo intervento a conclusione del convegno.
“Noi, come Regione – ha detto il numero due dell’amministrazione regionale – siamo pronti a fare tutto, ma l’Italia è un paese strabico, ognuno fa i suoi programmi, senza tener conto che ci vuole una visione d’insieme. Manca una prospettiva comune, non ragioniamo come rete, e a livello nazionale si prendono decisioni non sempre condivisibili da tutti, come l’accorpamento dei porti, una stupidaggine, così come il problema delle concessioni demaniali. Se non sono a lungo termine, perché mai un imprenditore privato dovrebbe investire in attività che non assicurano certezze sui ricavi futuri?”
Soffermandosi più specificamente sui contenuti del convegno organizzato nell’ambito del salone nautico, Bonavitacola ha apprezzato la presenza degli operatori del charter, che rappresentano una realtà emergente utile allo sviluppo del turismo nautico, ma ha tenuto a sostenere che “l’attività andrebbe sviluppata con una rete costiera nazionale, perché le reti sono un valore aggiunto”.
Il vicepresidente della Regione Campania si è infine soffermato sul tema del rapporto tra sviluppo e ambiente. “Sono nati nemici – ha detto – ma ormai è certo che possono convivere. Anzi, io aggiungerei un accento, per dire che “sviluppo è ambiente”. Le fonti energetiche alternative e i tanti progressi della tecnologia possono assicurarci un futuro migliore, sotto tutti i punti di vista. E su questo versante – ha concluso – la Regione ci sarà sempre, attenta all’effetto domino che potrà avere ogni investimento”.