GENOVA - Cambiano le maggioranze politiche e i governi, i ministri e gli amministratori locali, ma per la nautica italiana la musica non cambia: il comparto della crescita non-stop, del boom economico e occupazionale, del Made in Italy padrone del mondo, continua a bussare alle porte della politica senza avere riscontri immediati. Si continua a parlare con i verbi al futuro, si accavallano promesse e si dispongono “tavoli di consultazione”, antico espediente per rinviare decisioni e provvedimenti che invece richiederebbero interventi urgenti e concreti.
Di questa situazione paradossale s’è avuta ennesima conferma il 21 aprile, quando l’ufficio stampa di Confindustria Nautica ha diffuso un comunicato così titolato: “Accelerare il piano per lo sviluppo del settore. Cecchi (il presidente, ndr): dal Governo aspettiamo risposte immediate”.
“Porre il mare e la nautica al centro del dibattito politico è da sempre la nostra mission” dice il numero uno dell’associazione di categoria, ricordando che “a sei mesi dall’insediamento del Governo e in apertura della stagione gli operatori del settore chiedono risposte immediate sui vari dossier presentati al ministero del Turismo, a quelli delle Imprese e del Made in Italy, dell’Istruzione e degli Interni, su normativa di settore, sviluppo e sostegno alla filiera produttiva, politiche del turismo, portualità, formazione, nuovi titoli professionali e visti dei marittimi”. Insomma, un dossier corposo, incentrato su questioni irrisolte da anni, a partire dalla necessità di fare il punto sul Regolamento di attuazione del Codice della Nautica.
Della questione si discuterà il 27 aprile con il vice ministro alle Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi, e nella stessa settimana prenderanno il via i tavoli tecnici del Comitato interministeriale per le politiche del mare (CIPOM) istituiti dal ministro Musumeci per la portualità e le vie del mare. Confindustria Nautica porterà la propria visione del settore, ma credere che un “tavolo tecnico” possa produrre soluzioni immediate è pura utopia.
Eppure il valore del settore è ben noto: Confindustria Nautica lo ha di recente presentato alla Borsa di Milano, dove è stato ricordato che il 2022 si è chiuso con il record assoluto di produzione di 7 miliardi di euro, un valore mai realizzato in passato, con una crescita per la cantieristica tra il 15 e il 20% rispetto all’anno precedente e con una capacità di esportazione che ha raggiunto i 3,4 miliardi di euro.
L’Italia ha rafforzato ulteriormente la leadership globale nella produzione di superyacht, confermando la propria industria cantieristica al vertice della classifica con 593 unità, con il massimo storico di ordini nel Global Order Book. Se non bastasse, il nostro Paese, o meglio la nostra cantieristica è leader nella produzione delle unità pneumatiche e nella componentistica.
Ma attenzione: capacità produttiva e vendite rappresentano solo una parte dei benefici portati al Paese dal comparto. Ha tenuto a puntualizzarlo Cecchi ricordando che “meno noto è l’impatto sulle economie costiere generato dall’indotto economico dell’uso, della manutenzione e dell’ormeggio della barca e quello della spesa turistica del diportista”.
Più in dettaglio, la filiera genera complessivamente 18.878 unità locali di produzione, per un valore aggiunto di oltre 11 miliardi di euro e più di 187.700 occupati. Per ogni addetto alla produzione del comparto si attivano 9,2 posti di lavoro nella filiera e ogni euro di produzione ne attiva 7,5. E ancora: ogni 3,8 posti barca generano un occupato nell’indotto turistico, per una media di 71 unità per approdo turistico. Ancora più interessante il dato della spesa “turistica” depurata del costo di soggiorno (cioè l’ormeggio per la barca e il pernotto per l’hotel): è stato calcolato che mediamente il diportista spende il doppio del turista d’albergo.
Sono insomma tanti i meriti non riconosciuti a questo comparto che da anni svolge un ruolo benemerito per il Paese, ma è costretto, come detto, a bussare di continuo alle porte del “Palazzo” per ottenere ciò che dovrebbe essergli riconosciuto senza indugi, senza se e senza ma. Tra i tanti meriti acquisiti, anche la scelta di sostenere varie iniziative fieristiche regionali destinate a incrementare il diporto e a diffondere la cultura del mare: dopo Brindisi, Catania, Santa Marinella, è in corso ora (dal 21 al 25 aprile) la Fiera Nautica di Sardegna ed è in preparazione il Rendez-vous della nautica del Lago Maggiore–Verbella.
Dal 21 al 26 settembre, poi, è in calendario il Salone di Genova, evento clou della stagione fieristica italiana, che potrà usufruire di uno spazio espositivo rinnovato (200 posti barca in più) e di un nuovo layout grazie al progetto del waterfront di levante firmato da Renzo Piano. Un progetto straordinario che consentirà al nostro Paese, non solo alla nostra nautica, di aprire una magnifica finestra sul mondo.