NAPOLI - Si è conclusa con piena soddisfazione degli organizzatori di Afina (Associazione Filiera Italiana della nautica) l’edizione autunnale di Navigare, salone nautico svoltosi a Napoli, nel porto di Mergellina, dal 18 al 26 novembre. Nonostante la qualifica di “salone internazionale”, la manifestazione è stata dedicata in prevalenza a produttori e rivenditori locali, ed è stato concesso, come tradizione, l’ingresso gratuito al pubblico. Ciò ha favorito l’accesso di numerosi visitatori, mettendo gli organizzatori in condizione di dichiarare un incremento del 200%.
Un risultato che definire eccezionale è poco, anche in considerazione del fatto che a livello locale gravano sul settore problemi non secondari, come le divisioni interne, che spingono alcuni importanti cantieri a non partecipare, e la mancanza di posti barca dedicati al diporto, com’è stato ricordato una volta di più proprio in occasione del salone, e come lo stesso sindaco di Napoli, Manfredi, ha dovuto ammettere, senza tuttavia assumere impegni di alcun tipo né verso gli operatori locali (prodigatisi allestendo per l’occasione pontili galleggianti provvisori) né tantomeno verso i diportisti (del resto la portualità turistica non è specifica competenza dell’amministrazione comunale).
Ma non è questo l’unico rilievo sorprendente per chi si occupa di nautica a livello professionale: a dispetto di chi dedica impegno e risorse a studi di settore che analizzano scientificamente produzione, mercato, investimenti, tendenze, ai vertici di Afina sono risultate sufficienti le impressioni ricavate sulle banchine del molo Luise per arrivare a conclusioni che non lasciano spazio a dubbi sul futuro del comparto.
“La nautica da diporto – si legge in un comunicato finale grondante ottimismo - gode di ottima salute e abbiamo segnali positivi che ci lasciano intravedere ancora un biennio pieno di sviluppo produttivo”. Più in dettaglio, Afina sottolinea che “in prospettiva del prossimo anno si sono registrate diverse vendite e questo è certamente un segnale di vitalità per il nostro comparto”. E ancora: “Da un’analisi di alcuni fattori e tracciando il bilancio del Navigare, si è capito che lo stato di salute della produzione di barche tra i 5 e 15 metri è buono e che questa parte del mercato è trainante”.
Affidandosi all’esperienza di una vita intera dedicata al settore, il presidente di Afina, Gennaro Amato, è riuscito a individuare anche da dove provenga questo “vento in poppa” che spinge la nautica sulla rotta del successo non stop. Nero su bianco, e con stupefacente lucidità, il comunicato finale del Navigare spiega dunque che “alla piccola nautica si stanno interessando possessori di imbarcazioni provenienti dal segmento superiore, tra i 15 e i 25 metri, diportisti che volendo cambiare la barca guardano ora a dimensioni inferiori, ovvero a gozzi, gommoni e motoscafi tra i 10 e i 15 metri, prodotti evoluti, che hanno superato i limiti di un tempo, migliorando per comfort e finiture estetiche e tecniche”.
Ma non è tutto. Secondo il numero 1 degli operatori di Afina ci sarebbe anche un allargamento della platea di potenziali armatori provenienti dalla provincia. In questo caso l’internazionalità vantata dal Navigare può esser messa da parte, meglio badare al sodo, ovvero al mercato locale, che ha il suo fulcro a Napoli, sede del salone, ma non solo. “In questi giorni sui moli della nostra esposizione non c‘erano solo habitué ed esperti, ma anche una nuova platea di futuri armatori” dice il presidente Amato. E aggiunge: “Parlo del pubblico della provincia, che in passato veniva a passeggiare e a guardare le imbarcazioni esposte, ma senza alcuna convinzione d’acquisto”.
“Oggi non è più così – spiega il numero uno di Afina, avventurandosi pure in una analisi sociologica -. La provincia non solo è ricca, ma la popolazione ha evoluto i propri interessi e affinato il proprio stile di vita, così come già per le auto, il food e i viaggi. Questo vuol dire che il mercato della nautica allarga i suoi confini e trova ulteriore e crescente domanda d’acquisto”. E poco importa – aggiungiamo noi – se la qualifica di “salone internazionale” lascerebbe credere che qualche visitatore possa provenire dall’estero e non dall’hinterland napoletano. In fondo, se un gommone si vende a Londra o a Giugliano, cosa cambia?... L’importante è che produzione e mercato continuino a crescere e che gli operatori del settore possano dichiararsi soddisfatti del proprio successo. In Afina ne sono talmente convinti da non ritenere necessaria nemmeno la formazione di una giuria per assegnare dei premi: si provvede in proprio, scambiandosi riconoscimenti a vicenda (i cosiddetti Award Navigare). Unica eccezione, l’Award assegnato al giornalista Angelo Cerulo, ex responsabile della sede ANSA di Napoli.
Dall’analisi territoriale a quella economica il passo è breve. E a conclusione della 37ma edizione del Navigare i vertici di Afina non si lasciano sfuggire l’occasione per ricordare che “se si riuscisse a passare dalle parole ai fatti, ovvero ai progetti e alle riunioni di servizio con gli enti interessati per la realizzazione dei marina in città (Napoli, ndr), la nautica in Campania potrebbe essere leader del Pil regionale”. Già, se si riuscisse…
Se ne parlerà di nuovo – possiamo scommettere – in occasione del Nauticsud, primo salone italiano del 2024 in programma alla Mostra d’Oltremare dal 10 al 18 febbraio. Per la storica fiera nautica napoletana sarà la 50ma edizione, e si spera che per l’occasione l’ente Mostra metta a disposizione degli organizzatori di Afina una location meno inospitale e malandata degli ultimi anni, in modo da restituire all’evento napoletano la dignità d’un tempo, quando godeva del titolo di internazionale e veniva considerato, per dimensioni e importanza, il secondo salone nautico italiano dopo Genova.